Nelle mie spiegazioni storiche uso testi scritti da altre persone e soprattutto da quelle persone che si ritengono siano i capostipiti di tali argomenti. Non si tratta di quello che credo io, ma si tratta di ciò che è accaduto nella storia. Questo testo che segue è una spiegazione di come la Wicca sia stata e sia interpretata dalle sue origini. Ovviamente non mancano discrepanze fra le varie opinioni. Quello in cui credo io? Una Wicca moderna, in un certo senso indipendente dalle sue origini controverse. Una strada che non contempla l’oscuro, nessun legame con sette o massonerie. Soltanto la Natura con il suo splendore, l’amore che contiene e il suo immenso potere.
La controversa origine della Wicca
La maggior parte degli aderenti alla Wicca (espressione anglo-sassone antica per “stregone”, “strega”) si definisce “pagana”, anche se non tutti i neo-pagani si considerano “streghe” o aderenti alla Wicca.
Il rapporto fra antiche spiritualità pagane e neo-stregoneria è in relazione con una controversia storiografica, la cosiddetta “eresia Murray”, e con le origini stesse del movimento chiamato Wicca in Inghilterra.
Convinti che la stregoneria del Medioevo non avesse in realtà niente a che fare con le religioni precristiane o celtiche, gli storici della stregoneria accademici reagiscono in modo violento al libro di Margaret Murray, e molti approfittano della controversia per concludere che la stregoneria non è mai esistita se non nell’immaginario degli inquisitori, che avevano inventato le streghe e creato il relativo panico morale. A partire dagli anni 1970, peraltro, la tendenza dominante nella storiografia accademica cambia. Storici come Carlo Ginzburg, a partire da esempi specifici, suggeriscono una via media che non accetta né la tesi di Margaret Murray né la contro-tesi secondo cui la stregoneria sarebbe una mera fantasia. Ginzburg e altri sostengono che la stregoneria non è un’invenzione medievale: elementi che derivavano da una cultura folklorica – in parte antichi, in parte maggiore più recenti – avevano un’esistenza autonoma, che sarebbe continuata anche senza i processi degli inquisitori. È più saggio concludere, secondo questi storici, che il nucleo autentico della stregoneria medioevale e protomoderna comprende esperienze estatiche popolari, che rimangono tuttavia molto diverse da quelle di ogni religione precristiana.
Negli anni 1990 altri storici, soprattutto inglesi (Lyndal Roper, Robin Briggs, James Sharpe, Diane Purkiss, Stuart Clark), adottano una posizione ulteriormente diversa, e alcuni sostengono che i processi per stregoneria – peraltro minori per numero di quanto storici precedenti avessero creduto – nascono “dal basso”, dalle accuse e dalla diffidenza popolari verso figure (prevalentemente femminili, ma anche maschili) marginali e sospette. Queste figure marginali potevano avere diverse forme di comportamento considerato antisociale, ma non praticavano nessun tipo – neppure, salvo in casi rari e locali, folklorico – di religiosità alternativa o precristiana.
I creatori della Wicca utilizzano, sostanzialmente, l’ “eresia Murray”.
Se infatti la religione pagana aveva avuto una continuazione segreta nella stregoneria, non era incredibile che – sempre in segreto – fosse continuata fino ai giorni nostri e se ne potessero trovare ancora oggi eredi autentici.
Più tardi, Gardner darà importanza alla sua asserita frequentazione di un personaggio noto nella New Forest, Dorothy Clutterbuck Fordham (1880-1951), sostenendo di avere ricevuto da questa “vecchia Dorothy” una tradizione ereditaria di stregoneria continuata nella zona per secoli all’interno di alcune famiglie. In un’opera pubblicata nel 1999, lo storico Ronald Hutton – che ha potuto avere accesso alle carte personali e a i diari di Dorothy Clutterbuck – ha stabilito in via definitiva che la dama della New Forest, pilastro del Partito Conservatore e della Chiesa anglicana locale, non aveva alcun interesse di tipo esoterico né teosofico. Gardner, che probabilmente la aveva conosciuta, ha voluto – dando il nome di una personalità socialmente nota (e defunta) – creare una falsa pista per nascondere le origini reali del suo rituale. Diverse persone hanno ritenuto che il vero “iniziatore” di Gardner sia stato il celebre occultista inglese Aleister Crowley (1875-1947), e lo hanno sospettato di avere scritto per Gardner i primi rituali della Wicca. Gardner e alcuni amici elaborano negli anni 1940 – sulla scorta delle idee di Margaret Murray e di una varietà di altre fonti – un rituale che si ispira alla stregoneria, e cominciano a praticarlo con persone che fanno parte della loro cerchia teosofica nella New Forest. Fino al 1951 la stregoneria è illegale in Inghilterra. Gardner pubblica per la prima volta riferimenti a un’organizzazione di neo-stregoneria sotto forma di romanzo nel 1949, con il titolo High Magic’s Aid. Dopo il 1951, Gardner può pubblicare due opere teoriche: Witchcraft Today nel 1954, e The Meaning of Witchcraft nel 1959. In queste opere – così come in molte conversazioni e interviste – Gardner, dalla fine degli anni 1940 fino alla sua morte nel 1964, insiste nel sostenere di non avere inventato la Wicca ma di essere entrato in contatto con un gruppo della New Forest che risale al Medioevo e che si trasmette una tradizione di padre in figlio (e di madre in figlia). Qualche volta, Gardner fa riferimento alla “vecchia Dorothy” come se si trattasse di una strega contadina; in realtà Dorothy Clutterbuck Fordham era in effetti chiamata la “vecchia Dorothy”, ma si trattava di una dama anglicana colta e ricchissima, che – come abbiamo visto – sembra non avere avuto nulla a che fare con la stregoneria.
Sull’attendibilità del resoconto di Gardner esistono diverse opinioni.
Margot Adler e Aidan A. Kelly tendono a sostenere che la storia di Gardner sia totalmente fantastica. Kelly, in particolare, ha lavorato sui documenti personali di Gardner, ceduti a un Museo della stregoneria nell’Isola di Man e successivamente da questo alla società Ripley’s International, che gestisce a fini di lucro i diversi musei di curiosità “Ripley’s Believe It or Not” nel mondo. Alla domanda se nelle prime versioni, del 1949 e del 1953, dei taccuini magici e del “Libro delle Ombre” (Book of Shadows) di Gardner ci fossero elementi che non provenissero da fonti note nel mondo dei movimenti esoterici degli anni 1940, Kelly risponde negativamente. Tutto può essere fatto risalire a rituali e opere di Aleister Crowley, della Golden Dawn, della Società Teosofica e della massoneria, con derivazioni occasionali da classici della letteratura inglese e dalle opere di Leland e della Murray. L’unica aggiunta riguarda lo scourging, una blanda flagellazione rituale, che Kelly attribuisce più alle preferenze sessuali di Gardner che a una presunta tradizione antica. Ronald Hutton accetta sostanzialmente la tesi di Kelly, con l’unica differenza che attribuisce la scelta dello scourging all’opportunità di trovare un metodo facile per provocare stati alterati di coscienza.
In polemica con Kelly, Doreen Valiente sostiene però che Gardner – avendo ammesso una serie di episodi poco onorevoli a proposito del suo uso di “prestiti” letterari – non aveva alcuna ragione di mentire quando continuava a sostenere di essere veramente entrato in contatto con una congrega di stregoneria della New Forest di origini celtiche.
La tesi, proposta da Bill Liddell nel 1974 e ripetuta da molti altri autori, è stata smontata da Hutton e da altri: Crowley non si è mai interessato alla stregoneria moderna o antica (se non per criticarla come magia di tipo “inferiore”); non esistono prove documentali né di contatti fra Crowley e Pickingill, né fra quest’ultimo (un contadino dell’Essex, che operava come mago folklorico di paese) e ambienti magici “colti”. Né si deve dimenticare che l’eventuale contatto – non provato – di Gardner, direttamente o tramite Crowley, con una tradizione di stregoneria più antica non riporterebbe comunque all’epoca precristiana, a meno di prendere letteralmente per buone le tesi della Murray, cosa che anche i suoi critici più benevoli non sono oggi disposti a fare.
Sarebbe però sbagliato credere che la Wicca contemporanea sia prigioniera del dibattito sulle sue origini.
Come scrive Margot Adler, “molti di coloro che partecipano al revival neo-stregonico accettano la Vecchia Religione Universale più come una metafora che come una realtà letterale”; per altri, “la questione delle origini non è importante”.
Un esponente della Wicca gardneriana, Ed Fitch, dichiara: “Oggi, naturalmente, abbiamo tutti capito che non è importante se la tua tradizione è antica di quarantamila anni o se è stata creata la settimana scorsa” (Drawing Down the Moon, Beacon Press, Boston 19862, p. 87).
Il mondo della Wicca (e della neo-stregoneria in genere, dal momento che – specie al di fuori del mondo di lingua inglese – non tutti accettano l’etichetta Wicca) è una costellazione instabile di gruppi in genere piccoli che si formano, si dividono, si ritrovano in festival annuali, leggono gli stessi giornali e frequentano le stesse librerie. Non vi è dubbio, tuttavia, che si tratti – almeno nella maggioranza dei casi – di veri e propri movimenti, e non soltanto di un ambiente: spesso sono assunti nomi come “federazione” o perfino “chiesa”, che indicano chiaramente il proposito di organizzarsi. Dal punto di vista dottrinale, la sottolineatura del valore del politeismo e di un certo (neo-)celtismo “religioso” come fermento di libertà e di rifiuto delle gerarchie si ricollega al carattere effimero della maggioranza dei gruppi della Wicca. È altrettanto vero che le “streghe” e gli “stregoni” si sentono, in genere, parte dello stesso movimento, nonostante le loro divergenze.
In questo senso, è forse meno essenziale di quanto molti credono la distinzione fra vari filoni: gardneriani ortodossi, gruppi “ereditari” (i cui iniziatori mettono in dubbio il resoconto di Gardner ma affermano di avere trovato autentiche tradizioni stregoniche nella propria famiglia), “alexandriani” – che derivano dal colorito Alex Sanders (pseudonimo di Orrell Alexander Carter, 1926-1988), il quale rivendicava a sua volta una tradizione familiare che gli sarebbe stata trasmessa dalla nonna -, “dianici” (di impronta femminista, diffusi soprattutto negli Stati Uniti intorno a figure come Miriam Simos, “Starhawk“, e Zsuzsanna Szilágy, “Z Budapest“, “eclettici”.
Si tratta di un movimento che ha compiuto negli ultimi anni un notevole sforzo di pubbliche relazioni per migliorare la propria immagine e distinguersi dal satanismo e dalla magia sessuale di tipo crowleyano.
Mentre alcuni gruppi hanno proposto di evitare i termini “streghe” e “stregoneria” (preferendo parlare in modo meno provocatorio di “paganesimo”), la maggioranza non ha intenzione di cambiare nome. Nel mondo, diverse decine di migliaia di persone sono coinvolte in questo movimento. I paesi dove la Wicca è più forte – gli Stati Uniti e l’Inghilterra – cercano di superare una fase iniziale in cui il movimento si è definito soprattutto per il suo essere “contro” il cristianesimo, ponendosi in modo più propositivo e avviando perfino caute esperienze di dialogo con le altre religioni. Si calcola che nell’area anglosassone partecipino al movimento circa centocinquantamila persone, meno di un terzo delle quali hanno ricevuto una formale iniziazione in una congrega o coven. Molto minore è la presenza – nell’ordine delle poche migliaia, se non delle centinaia di persone in ciascun paese – nell’Europa continentale e in America Latina.
La Wicca non ha un’organizzazione internazionale unitaria, né – a stretto rigore – organizzazioni nazionali. La corrente principale (quella che si riconosce nella stessa parola Wicca) accetta il principio del Rede (“se non danneggia nessuno, fai ciò che vuoi”, una “legge” che secondo Hutton, sarebbe stata creata da Gardner sulla base della “Legge di Thelema” di Crowley, con l’importante correttivo dell’invito a non danneggiare nessuno), e la “Legge del tre“ secondo cui sia il bene sia il male fatto ad altri ritornano “tre volte ricambiati”. Non vi è neppure una dottrina unitaria, e il riferimento al politeismo è interpretato in modi molto diversi (così come diverso è il tipo di “esistenza” attribuito alle divinità).
Anche in Italia esistono sia un certo numero di gruppi o “congreghe”, sia praticanti individuali che accettano i principi generali così come sono stati elaborati in Inghilterra e negli Stati Uniti, sia – ancora – altri i quali pensano che la struttura e le regole della Wicca siano tipicamente anglosassoni e non si applichino necessariamente alla tradizione della stregoneria italiana. Vi sono persone in Italia che si definiscono “streghe” ma che non si considerano parte della Wicca, preferendo attingere ai vari patrimoni regionali italiani. Il movimento rimane essenzialmente fluido e poco organizzato, anche se ha trovato in Internet uno strumento di coordinamento particolarmente adatto ai suoi scopi.
(Credits – Autori del brano: Introvigne e Zoccatelli)
Alkemill / LilithEye
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