Calendario Wicca – Festività – 18 Marzo Giorno dell’Ontano
Dal 18 Marzo inizia il mese di Fearn (fino al 14 Aprile) e nello stesso giorno è festeggiato dai culti pagani come il Giorno dell’Ontano.
Con l’equinozio di primavera il calendario arboreo vede il passaggio dal dominio di Nion, il frassino, albero della rinascita, che ha scandito i giorni del primo risveglio della natura, a Fearn, l’ontano, dal legno incorruttibile e considerato l’albero del fuoco e del suo potere di liberare la terra dall’acqua.
L’ontano è un albero il cui legno non si lascia imbibere dall’acqua ed è quindi stato usato, sin dall’antichità, per costruire le palificazioni che sostenevano le abitazioni e i villaggi.
Queste qualità ne fanno il simbolo di un periodo nel quale il sole, alto nel cielo e forte di tutta la sua potenza, scalda la terra, la libera dell’acqua, la conduce verso la fecondità delle messi.
Il sole è principio maschile e l’acqua femminile e l’ontano rappresenta pertanto il gioco che nella stagione di primavera si instaura tra queste due entità simboliche per ridare origine alla vita.
Nelle popolazioni celtiche l’ontano era anche associato a Bran, la divinità corrispondente al Cronos dei Greci e al Saturno dei Romani. L’ontano è dunque albero che ricorda il trascorrere del tempo e la fecondazione originaria.
L’ontano è uno dei tanti simboli della tradizione celtica. Questo antico popolo era particolarmente legato al mondo naturale, che ricopriva di significati e dotava di magici poteri. Soprattutto gli alberi detenevano un ruolo di primaria importanza presso la civiltà celtica. La sacralità loro attribuita affondava le proprie radici nella concezione astrologica elaborata dai Celti stessi. Avevano infatti creato una precisa astrologia degli alberi, denominata Ogham. All’interno di questo sistema di segni, l’ontano si è arricchito di significati e qualità virtuose che ancora oggi vengono ricordate come parte del potente apparato simbolico celtico. Lo scopriremo insieme in questo articolo, dove ci occuperemo di natura e astrologia.
L’Ogham celtico
Questa teoria astrologica si basa su una certa idea di determinismo legata al momento della nascita. Tale giorno, infatti, avrebbe il potere di influenzare il carattere e la personalità futuri. La ragione risiede in un albero. Non in uno qualsiasi, bensì in uno dei 13 alberi sacri che scandivano il ritmo del calendario. L’anno celtico era infatti suddiviso in 13 mesi, essendo fondato non sul ciclo solare ma su quello lunare. I Celti e soprattutto le loro guide spirituali, i Druidi, erano osservatori scrupolosi della natura. Associarono, così, ogni mese a un albero, simbolo per eccellenza di saggezza. Di conseguenza, secondo questa filosofia astrologica, le peculiarità degli uomini erano strettamente connesse all’albero che influenzava il mese in cui erano nati. Questo profondo legame con gli astri e la vegetazione dettava uno stile di vita secondo i ritmi della natura.
Il segno dell’Ontano nell’astrologia
L’ontano è l’albero corrispondente al quarto mese dell’anno celtico, dal 18 di Marzo 18 al 14 di Aprile. Secondo le credenze celtiche, i nati sotto il segno dell’ontano rientrano nella figura emblematica dell’Apripista. Da questa prima definizione ne derivano tutta una serie di tratti che determinano la personalità del soggetto. Forte e propulsivo, sa come farsi strada nella vita grazie alla sua passione e determinazione entusiastica. Lungo il suo cammino coinvolgerà altre persone con il suo potere di attrazione, che lo aiuterà a guadagnarsi sostenitori per le proprie cause. Fascino e socievolezza sono gli elementi chiave del suo carattere. Il fatto di andare d’accordo con gli altri e risultare loro gradito è un vantaggio che facilita il raggiungimento del successo. Difatti, la fiducia e sicurezza derivante dall’Ontano trasmettono agli altri un forte senso di fiducia. Chi è nato sotto questo segno è autentico e trasparente e odia la menzogna. Motivato ad agire e a ottenere risultati, sfrutta al meglio il proprio tempo senza distrazioni. Si dice che l’Ontano abbia una particolare affinità con i segno del Biancospino, della Quercia e della Betulla.
Le qualità dell’ontano
Le proprietà e virtù associate all’ontano derivano dall’apparato simbolico di derivazione astrologica. Secondo i Celti, questo albero forniva più di tutti gli altri preziose sostanze nutritive al terreno. Di conseguenza, poteva sanare terreni eccessivamente fruttati e impoveriti per renderli ancora produttivi. Dato che le radici dell’ontano sono spesso immerse in acqua o in terreni umidi o paludosi, offrono riparo ai pesci, in particolare a trote e salmoni. Le sue foglie, inoltre, si decompongono facilmente, diventando fonte di nutrimento per le creature acquatiche. I celti interpretavano queste caratteristiche dell’albero come un segno di generosità e benevolenza verso gli altri elementi della natura. Ispirarsi agli insegnamenti dell’ontano significava, dunque, infondere tranquillità, equilibrio e pace per migliorare la vita delle persone vicine, mantenendo allo stesso tempo i piedi ben piantati a terra.
L’ontano era relazionato a tutti gli elementi dell’universo. La terra da cui nasce, l’acqua da cui attinge forza, ma anche l’aria e il fuoco. Secondo antiche leggende, infatti, il suo legno veniva usato per costruire strumenti musicali come fischi e flauti. Inoltre, una volta bruciato, produceva del carbone perfetto per forgiare le armi dei soldati celtici. Questo dono ricordava ai Celti che ognuno possiede risorse e poteri nascosti che lo guidano verso i propri ideali.
L’ontano nella Storia
Il nome latino dell’Ontano, appartenente alla famiglia delle Betulacee, Alnus deriva dal celtico allan: stare presso le rive, nome che ben descrive l’ambiente nel quale questo albero predilige vivere, terreni fangosi nei pressi di corsi d’acqua, zone paludose, boscaglie umide.
Il legno dell’Ontano è impermeabile, resistente all’umidità, e tende ad indurirsi al contatto con l’acqua, per questo è utilizzato per costruire le palafitte, per gettare le fondamenta dei ponti ed per la costruzione di zoccoli, per costruire tini e secchi per il latte, per la concia delle pelli, per la colorazione dei tessuti.
In Irlanda si crede che chi abbatte un albero di Ontano si incendierà la casa. Una volta abbattuto il sangue dell’albero si riversa nella sua corteccia, la quale prende una tipica colorazione rosso-arancio. Per questo suo caratteristico sanguinare, gli antichi chiamano l’ontano l’albero della resurrezione.
Nell’antica Grecia l’Ontano era personificato nell’eroe Foroneo, fondatore di Argo a cui era dedicato l’equinozio di primavera.
Un’antica leggenda gallese personifica l’Ontano con Bran, fratello della regina Branwen, che vendica l’offesa inflitta dagli irlandesi alla sorella guidando i suoi uomini in guerra e trasformandosi in ponte sul fiume Lion, per salvare loro la vita.
Omero lo colloca, nell’Odissea, a fianco della grotta della ninfa Calipso.
Nel Medioevo l’Ontano è considerato un albero maledetto simbolo di terrore e di panico.
Di valenza negativa è investito anche nella letteratura, per esempio nell’Erlkonig di Goethe (1782) e ne La figlia del re della palude di Andersen (1858).
Esotericamente per i suoi grandi poteri psichici, è utilizzato per evocare gli spiriti.
In Magia i suoi rami (raccolti caduti, mai tagliati o tutti i poteri di quest’albero tornano alla terra) si utilizzano come talismani per rafforzare ciò che è traballante (lavoro, impegni., rapporto sentimentale); una bacchetta di ramo di Ontano, consacrato in un pomeriggio di sole durante la Luna di Fearn, consente di comandare il tempo atmosferico, attirando pioggia e temporali.
In cucina non ha nessun utilizzo, se non per affumicare carne e pesce (segatura).
In campo cosmetico il decotto di foglie d’Ontano, è utilizzato come detergente per il viso; nella tradizione delle erbe, per il suo elevato contenuto di tannino è usato per curare gengiviti (decotto di foglie), angine tonsilliti faringiti reumatismi (foglie scaldate in forno), piaghe febbre infezioni ulcere (corteccia).Tempo Balsamico: primavera durante la fioritura, per le foglie, febbraio per la corteccia.
Bacchetta di Ontano
Il legno dell’ontano, albero di grande potenza psichica, è stato usato sin dall’antichità per evocare gli spiriti dell’Altro Mondo e per influire sul tempo atmosferico, soprattutto quando si vuole suscitare pioggia e temporali.
Il folclore europeo avverte di non tagliare mai il ramo di un ontano, perché tutto il potere dell’albero rientrerebbe nella terra. Dovete cercare invece un ramo staccatosi da solo. Quindi consacratelo per usarlo nei riti per comandare al tempo atmosferico. Un pomeriggio di sole durante la Luna di Fearn, recatevi in un luogo isolato e fate ruotare in aria il ramo di ontano facendolo fischiare. Imitandone il suono con la voce, chiamate il vento o la pioggia. Potete evocare il vento dalle quattro direzioni per specifici scopi magici, e la pioggia per procurarvi acqua magica o per nutrire la terra.
Quando non la usate, tenete la bacchetta magica di legno d’ontano avvolta in una stoffa, nascosta agli sguardi. Ricaricatela ogni anno alla Luna piena di Fearn.
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