Il Divino è ciò che appare nel sacro, sia esso lo spazio d’un bosco, oppure un tempio di pietre, o anche quel luogo interiore che ci dischiude il sorriso. È il divino in quanto possibilità della manifestazione nel sacro che apre sempre uno spazio, assume sempre una forma. E nel momento in cui il divino si rende manifesto, appare la divinità, sia esso un Dio o una Dea. Ciò significa che in quanto esseri umani, noi percepiamo il divino attraverso la sua manifestazione. E la sua manifestazione per noi wiccan avviene nel sacro. Il sacro è quel luogo che ci consente di ritrovare il divino, il luogo dove gli Dei possono parlare e si lasciano scorgere.
Cosa è dunque sacro? A questa domanda è facile rispondere se pensiamo alla natura, ai boschi, al cielo, alla luna, alle stelle.. è attraverso le manifestazioni della natura che noi wiccan percepiamo la presenza degli dei,la loro bellezza, la loro pienezza, la loro essenza. Per questo, nella Wicca, il divino viene percepito come qualcosa di immanente. E in più, attraverso il rituale, per esempio nella celebrazione dei Sabbat o degli Esbath, noi entriamo ancora più profondamente in contatto con la dimensione sacra, quindi con il divino.
Il divino è il modo in cui gli dei vivono l’essere, mentre l’umano per vivere il divino deve scoprire l’essere che è già in lui e che a lui si è originariamente consegnato, quando questa conoscenza diventa totale, all’umano si dischiude la possibilità di vivere il divino pienamente e costantemente, la possibilità di diventare un dio o una dea. Per questo nella Wicca accade alla fine di un rituale di salutarsi con la frase “Tu sei la dea” oppure “Tu sei un dio”. Perché il momento del rituale, in cui si crea lo spazio sacro che permette l’apparizione degli dei, è anche primariamente un momento di conoscenza del proprio essere, cioè della propria divinità.
Il divino viene percepito principalmente attraverso la manifestazione dei poli, quello maschile e femminile, come avviene nella natura. In genere dunque i wiccan vivono il divino attraverso l’idea di una Dea e di un Dio, anche se non mancano eccezioni. Ci sono wiccan che onorano principalmente l’aspetto femminile del divino, altri che prediligono quello maschile. L’idea della Dea e del Dio possono poi essere percepiti in maniera più diversificata a seconda delle caratteristiche individuali: c’è chi percepisce la Dea come un’unica grande entità presente in tutto ciò che ci circonda, c’è chi invece riconosce diversi aspetti della Dea, per esempio distinguendone i nomi. Nel suo considerare il divino, la Wicca è dunque in alcuni casi duoteista, a volte enoteista (cioè tende a considerare e invocare solo uno dei due aspetti) e a volte politeista. Ad ogni modo, il divino viene percepito come immanente.Vediamo più in dettaglio cosa significa.
Immanenza
Il termine “immanente” indica la presenza di un essere o di un potere in altre entità ed è al tempo stesso parte essenziale di quelle entità. Questo termine viene comunemente utilizzato nelle discussioni concernenti il rapporto tra il divino e l’universo. L’idea che il divino sia assolutamente immanente si avvicina al concetto di panteismo (dal greco pan = “tutto”, “completo”; theòs =dio/divino; letteralmente significa “tutto è dio/divino”),nonostante nel caso dell’immanenza si intende più precisamente che il divino si manifesta nella realtà che ci circonda ed è parte di essa.
Nella visione immanente del divino, l’universo è considerato come autosufficiente e autodeterminato, quindi guidato dalle forze della natura, nelle quali viene riconosciuta la presenza divina. Un’altra visione dell’immanenza vede l’esistenza di una sostanza universale (astratta) che incorpora i principi e le azioni di tutti i livelli della vita. Di conseguenza, tutti gli esseri (umani, animali, del mondo vegetale e no) sono visti come uniti fra loro dalla stessa sostanza.
Per informazione viene qui spiegato anche il concetto opposto ad Immanenza che è quello di Trascendenza.
In opposizione al concetto di immanenza, troviamo invece il concetto di trascendenza, che implica che il divino non è conoscibile attraverso i sensi e che si trova in un luogo altro dall’universo nel quale viviamo. Un esempio molto comune di divinità trascendente è il dio cristiano ortodosso, che viene percepito come trascendente nella sua essenza. Nella visione della trascendenza, si crede in una realtà divina non conoscibile ai sensi e all’esperienza e che non può essere compresa dalla ragione umana. In generale, le dottrine trascendentaliste presentano una suddivisione netta della realtà fra mondo dello spirito e mondo materiale. Il concetto filosofico della trascendenza affermal’esistenza di un divino assoluto, che si trova al di là della possibilità di descrizione e che può essere conosciuta solo in parte attraverso l’intuito. Dunque, il divino non può essere descritto né compreso in termini legati all’esperienza umana.
Instaurare il Rapporto con le divinità