Gli scritti Ermetici
Tipologia e storia degli scritti ermetici
Con l’espressione ‘scritti ermetici’ si designa un insieme di testi eterogenei e di valore diseguale, accomunati dalla loro attribuzione a Ermete Trismegisto più che da una vera uniformità di dottrine.
Il periodo di composizione dei testi a noi pervenuti si colloca fra il I e il III sec. d.C., ma prima della loro datazione su base filologica operata da Isaac Casaubon (De rebus sacris et ecclesiasticis exercitationes XVI, 1614, Esec. I, 10, p. 70 sgg), si è sempre ritenuto che fossero antichissimi, opera appunto di quell’Ermete Trismegisto contemporaneo o precursore di Mosè, il più grande filosofo e saggio egiziano.
Per Giamblico: Gli scritti attribuiti a Hermes contengono dottrine ermetiche che sono spesso esposte in termini filosofici in quanto tradotte dall’egiziano da studiosi dediti alla filosofia.(De Mysteriis, 265, 13-17). Questa tesi è quella che si impone successivamente, anche se con alterne valutazioni: Lattanzio considera gli scritti ermetici come un testo profetico e santo che precorre il cristianesimo, mentre S. Agostino condanna con veemenza le pratiche magiche che vi sono contenute, ma nessuno mette in dubbio la loro origine e la loro autorità. Peraltro, proprio alle tesi di Lattanzio, sulla natura profetica degli scritti ermetici, si deve probabilmente buona parte del successo, dell’entusiasmo e della venerazione con cui essi vennero accolti, letti e citati nel Rinascimento.
Quando nel 1460 Leonardo da Pistoia porta a Firenze il manoscritto contenente quattordici trattati ermetici, Marsilio Ficino si impegna immediatamente alla loro traduzione, anteponendoli addirittura a quella degli scritti di Platone. Poi, non appena la traduzione ficiniana comincia a circolare, l’interesse per gli scritti ermetici cresce a dismisura. Ermete Trismegisto diventa l’autorità per antonomasia, ispiratore di tutto il pensiero filosofico e teologico noto, da Pitagora ai profeti della Bibbia. Naturalmente l’atteggiamento della Chiesa si rivela più cauto e meno entusiastico, quando non addirittura repressivo; non a caso, se molti studiosi rinascimentali vedono le opere di Ermete in accordo con la rivelazione cristiana, ci sono altri che si rendono ben conto delle differenze e proprio per questo finiscono per preferire l’antica buona religione egiziana di Ermete al corrotto, sia dal punto di vista teologico che etico, cristianesimo: emblematico per tutti il caso di Giordano Bruno, che pagherà con la vita il suo tentativo di restaurare l’antica religione. Come si è detto, è Isaac Casaubon che distrugge il mito dell’antichità degli scritti ermetici, anche se, si badi bene, non quella di Ermete stesso. Il suo argomento si limita a sostenere che, se anche Ermete Trismegisto è l’antico saggio egiziano precedente Mosè, non può essere lui l’autore dei testi a lui comunemente attribuiti. Sostanzialmente egli rileva che negli scritti ermetici vengono nominati eventi e persone tutt’altro che antichi, e che lo stile della lingua in essi usata è posteriore al periodo classico. Frances Yates considera la rivelazione di Casaubon un evento fondamentale, se non addirittura epocale, ma ella stessa rileva che furono molti coloro che, o per ignoranza dell’opera di Casaubon o per consapevole rifiuto, continuarono a mantenere le loro credenze circa l’antichità degli scritti ermetici. Certo è che da quel momento fu sempre più difficile per i sostenitori della magia naturale, come Robert Fludd e i fantomatici Rosa-Croce, sostenere le loro tesi, mentre i loro avversari, per esempio Marsenne e Gassendi, potevano appoggiare i loro attacchi sulla falsità dell’antichità degli scritti ermetici.
Come si sa, da questo scontro i seguaci del’ermetismo sono usciti sconfitti. Lo stesso nascere del movimento rosacrociano come entità programmaticamente segreta ne è una chiara testimonianza. Solo nel nostro secolo si è assistito a una ripresa di interesse su questo argomento, culminato con l’opera monumentale di Festugière, La Révélation d’Hermes Trismégiste. I vari studiosi che si sono occupati degli scritti ermetici sono riusciti a mettere in evidenza la molteplicità di influenze che hanno dato vita a tale letteratura: platonismo, stoicismo, gnosticismo, manicheismo, cristianesimo, e anche la cultura iranica, ma solo di recente si è iniziato a scoprire che esiste una notevole componente egiziana. I riferimenti continui alla religione e alla civiltà egizie, si stanno rivelando qualcosa di più che non un mero espediente coreografico adottatto dagli originari estensori dei testi ermetici per conferire prestigio alle loro opere.
Elenco dei testi ermetici
Si è comunemente d’accordo nel distinguere gli scritti ermetici in due generi di lettteratura: uno magico-operativo e uno filosofico-speculativo-teologico. Quanto questa distinzione sia legittima è questione alquanto controversa, poiché si fonda su una serie di pregiudizi, quali ad esempio la distinzione fra magia e religione o quella fra mentalità logica e prelogica. A proporla fu Scott e in modo molto deciso, ma già Festugière, apre la sua Révélation con la trattazione della magia, dell’astrologia e delle scienze occulte ermetiche, evidentemente sentita come essenziale per la comprensione dei testi ermetici filosofici. Frances Yates dichiara esplicitamente che “è impossibile tenere distinti questi due temi” e tutti gli studiosi attuali sembrano concordare. Qui la distinzione viene mantenuta per semplice esigenza di classificazione, e senza alcun impegno circa la sua portata filosofica.
Scritti Magico-Operativi
Astrologia
- Il più antico testo astrologico attribuito a Ermete è il Liber Hermetis Trismegisti, traduzione latina di un originale greco risalente probabilmente al III sec. a.C.
- Vi è poi una serie di Opuscola minori e di vario argomento, descritti in dettaglio in Festugiere.
- Infine rientrano in questo ambito una serie di trattati di “iatromatematica”, cioè di medicina astrologica, e di botanica astrologica.
Magia
- Testo propriamente magico è il Cyranides, scritto in greco e di cui esiste una traduzone latina.
- Il cosiddetto Libro arcaico, almeno in parte fonte del Cyranides, ma di cui si hanno solo poche testimonianze.
- Una serie variegata di scrittti, ora raccolti nel Corpus dei papiri greci magici, e databili fra II-IV sec. d.C. Alcuni titoli pervenutici sono: Pterix, l’Anello di Hermes, De XV stellis, herbis, lapidibus et figuris.
Alchimia
- Una serie di frammenti,riportati da vari autori fra cui Zosimo, Sinesio e Olimpiodoro, riconducibili al IV sec. d. C.
Scritti filosofico-speculativo-teologici
In questo ambito l’opera principale è il Corpus hermeticum, un’insieme di 17 trattati, di età variabile dal II al IIIsec. d.C. ma raccolti in tempi successivi; essi sono:
- I -Discorso di Ermete Trismegisto: Poimandres
- II -Senza titolo. Il testo pervenutoci sta al posto di un trattato che doveva chiamarsi Discorso universale di Ermete a Tat
- III –Discorso sacro di Ermete
- IV –Discorso di Ermete a Tat: il cratere, o la monade
- V –Discorso di Ermete al figlio Tat: Dio è allo stesso tempo invisibile e il più visibile
- VI –Il Bene esiste solo in Dio e in nessun altro luogo
- VII –Il male maggiore fra gli uomini è l’ignoranza di Dio
- VIII –Niente di ciò che è perisce, bensì sbagliamo a ritenere che i cambiambiamenti siano distruzione e morte
- IX –L’intellezione e la sensazione
- X –Discorso di Ermete Trismegisto: la chiave
- XI –L’intelletto a Ermete
- XII –Ermete Trismegisto a Tat sull’intelletto comune
- XIII –Ermete Trismegisto al figlio Tat: discorso segreto sulla montagna, relativo alla rigenerazione e alla regola del silenzio
- XIV –Lettera di Ermete Trismegiso ad Asclepio: sii saggio
- XV -Mancante. Nell’edizione di Flussas (1574), questi aveva aggiunto un estratto da Suda ai tre estratti da Stobeo che Turnèbe (1554) aveva posto dopo il XIV facendone un trattato separato, appunto il XV
- XVI –Asclepio al re Ammone: definizioni
- XVII -Senza titolo
- XVIII –Gli impedimenti all’anima prodotti dalle affezioni del corpo
- L’Asclepiuso Sermo perfectus(in greco Logos teleios), traduzione latina di un originale greco perduto (esclusi alcuni passi citati da Lattanzio, Lido e altri autori, o presenti in traduzione copta su testi provenienti dalla biblioteca di Nag Hammadi in Egitto; di esso si parla estesamente in questo lavoro;
- Frammenti riportati da Stobeo e altri autori pagani e cristiani, in particolare La pupilla del cosmo;
- Discorso sull’Ogdoade e l’Enneade, in traduzione copta proveniente dalla biblioteca di Nag Hammadi;
- Definizioni di Ermete Trismegisto ad Asclepio: traduzione armena di originale greco risalente al I sec. d.C