Calendario Wicca – Festività : 8 Maggio Festa delle Dee
Tra le feste pagane, ne esiste una molto importante che è dedicata a tutte le Dee o se vogliamo alla Grande Dea, si celebra l’8 Maggio e viene chiamata Festa delle Dee.
Dedicata alle Dee e alla Dea, perche in essa tutte si rispecchiano.
E’ consuetudine presso la più parte delle tradizioni wiccan e neopagane riconoscere nella figura della Dea, intesa come principio femminile del tutto, la sua triplice natura di Vergine, Madre ed Anziana, proprio come cantano i versi del “Triple Goddess Chant” di Zsusanna Emese Budapest …
Ma quanto è antica questa concezione? Quanto in là nel tempo dobbiamo andare per riscoprirne le origini? Molti studiosi dell’antico si sono posti questa domanda, così come molti seguaci della Dea si sono chiesti dove e quando fosse da ricercarsi l’origo del proprio culto…
Nel corso della storia moderna sono stati parecchi i tentativi di dare una risposta convincente a questo interrogativo: sono state fatte molte ricerche, molti studi e sono stati spesi fiumi di inchiostro sull’argomento. Potremmo citare James Frazer , per il culto di Diana, Charles Godfrey Leland per la tradizione italiana, Gerald Brusseau Gardner , che ne ipotizza origini orientali, Margaret Murray, che analizza il culto nell’ambito dell’Europa occidentale, Robert Graves che esamina l’evolversi della figura divina femminile nel corso dei millenni, Merlin Stone che scioccò il pubblico con il suo titolo “When God was a woman”…e potremmo così continuare citando ancora molti e molti nomi che hanno arrovellato le loro menti su questo intrigante punto di domanda…Sono state formulate molte supposizioni, molte proposte sono state date per risolvere l’enigma delle origini ed è proprio da ipotesi e tesi che viene alimentato il lavoro svolto da una disciplina che relativamente da poco ha affinato i suoi metodi di ricerca e che oggi più che mai può aiutare gli studiosi nell’interrogarsi sull’antico: l’archeologia.
Per quanto il neopaganesimo e la wicca siano nella maggior parte dei casi delle “felici rielaborazioni” dei culti antichi e chiaramente non possano vantare (specialmente nel caso della wicca) una vera e propria continuità cronologica con essi, lo studio che l’archeologia si pone come obbiettivo, e cioè lo studio delle civiltà passate tramite i reperti che loro stesse ci hanno lasciato imprigionati negli strati della terra, è quantomeno importante per comprendere che ciò in cui crediamo oggi ha comunque origini antichissime e che ancora oggi nei nostri rituali vi sono accenni a concetti propri delle ritualità antiche, addirittura preistoriche!
Trovo che sia utile accennare anche ad un lavoro molto interessante di Gimbutas: la studiosa infatti, come antesignana dell’archeomitologia, cerca di creare dei parallelismi (e ne abbiamo una esempio molto chiaro nella parte finale di “Living Goddesses”) tra il culto antico-europeo della Dea e le figure divine femminili proprie delle tradizioni religiose posteriori, solitamente molto calzanti in ambito pagano. C’è da dire che nei secoli la figura della Dea ha avuto modo di evolvere in più forme, perdendo certamente fra le divinità il suo ruolo predominante di Signora dell’Universo e dovendosi il più delle volte accontentare di essere accostata come consorte, compagna o sorella delle ben più importanti divinità maschili e solitamente uraniche…Per limitare i nostri riferimenti ricordiamo ceratamente tutti che accanto a Crono siede Rhea, accanto a Zeus Hera, accanto a Odino Freya ecc…
È pur vero che l’importanza della Dea continuerà durante tutte le ere del Paganesimo e le culture pagane con le figure per esempio di Athena, Artemide, Demetra, Astarte, Dione, Melusine, Arienrhod ecc…tutti aspetti di un unico archetipo iniziale: quello della Dea.
La Dea Madre rappresentata col bambino fin dal Neolitico, giungerà fino ai nostri giorni tramite l’immagine di Iside con il piccolo Horus, o le molteplici statuette votive di Capua, anche chiamate Madri Capuane e addirittura grazie all’immagine della Vergine Maria, ultimo baluardo della divinità femminile in un culto patriarcale e monoteista come il cristianesimo…La Dea della Morte evolverà nelle varie figure di Astarte, o della celtica Morrigan per arrivare alla lontanissima figura indiana di Kalì anch’essa rappresentata con occhi spalancati, zanne e lingua pendula…
Infine nel suo aspetto di Rigeneratrice possiamo ricordare la Dea Persefone che dopo essere scesa nell’Ade col suo sposo, ritorna alla vita in primavera, portando con sé la rinascita della terra (Demetra, sua madre, si risveglia colma di gioia) o la sumera Ishtar che scesa nell’Ade per chiedere all’infera Eriskegal la vita del fratello Tammuz, ritorna anch’essa alla vita…
Proprio come l’antica Dea Madre, queste sono tutte divinità decisamente ctonie, viste come controparti il più delle volte dei loro compagni, fratelli o mariti che invece si possono identificare come divinità del cielo.