ABC dell’Alchimia e della Magia – Trattato teorico della Scienza dei Magi : Teoria del caos e relatività
Teoria del caos e relatività
Ritorniamo sull’argomento della casualità e della causalità. Queste due parole così simili rappresentano due concetti così antitetici: nel primo caso si afferma la totale aleatorietà degli effetti (fenomeni non deterministici) e nel secondo caso la loro predicibilità (fenomeni deterministici) dovute ad un insieme di cause ed effetti. In realtà utilizziamo il concetto di casualità quando non abbiamo informazioni sufficienti per predire uno o più fenomeni che interferiscono tra loro: in questo caso piuttosto che utilizzare leggi deterministiche del tipo y=f(x) si utilizza la statistica per misurare che un certo fenomeno si produca ripetitivamente nello spazio o nel tempo. Se ad esempio si volesse determinare il numero di macchine che utilizzano un certo tratto di autostrada potremmo evitare di andare ad intervistare tutti gli automobilisti per sapere quale sia stato il loro effettivo percorso e la loro velocità media. Potremmo disporre dei rilevatori automatici in alcuni punti del tragitto ottenendo una visione statistica del movimento automobilistico: quindi saremmo in grado di sapere quante macchine sono transitate per un certo punto e a che velocità media stanno procedendo, senza però avere informazioni circa il loro tragitto completo, la tappa di inizio o il motivo che li ha spinti ad utilizzare quella particolare autostrada. L’approccio deterministico necessiterebbe dell’installazione su ogni autovettura di un dispositivo GPS per tracciarne esattamente la posizione nello spazio e nel tempo. L’approccio determistico consentirebbe di conoscere istantaneamente tutti i tragitti di tutte le autovetture in movimento e soprattutto di prevedere, ed eventualmente correggere, problemi di congestione delle arterie automobilistiche. Se invece di automobili abbiamo nuvole di elettroni tutto si fà più complicato e l’approccio statistico è sicuramente quello che può fornire informazioni quantitative su di un certo effetto senza però chiarirne la sua natura.
Tutto quello che abbiamo appena accennato è riassunto nella Teoria del Caos.
Un sistema è caotico se ha le seguenti caratteristiche:
- Sensibilità alle condizioni iniziali, ovvero a variazioni infinitesime delle condizioni al contorno corrispondono variazioni finite in uscita.
- Imprevedibilità o non-determinismo, cioè non si può prevedere in anticipo l’andamento del sistema con precisione ‘assoluta’ a partire da assegnate condizioni al contorno, ovvero l’evoluzione del sistema è descritta, nello spazio delle fasi, da innumerevoli ‘orbite’ (traiettorie di stato).
- Le Orbite nello ‘ spazio delle fasi ‘ restano comunque tutte confinate in un certo spazio, cioè il sistema non evolve verso l’infinito per nessuna variabile.
Alan Turing in un saggio del 1950, Macchine calcolatrici ed intelligenza, anticipava questo concetto: “Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza“. Per esemplificare con un’idea concreta e quotidiana questo concetto,si parla solitamente delle cosiddette “porte scorrevoli” (in inglese sliding doors): una persona deve assolutamente prendere il treno, ma ritarda di giusto due secondi e lo perde. Perdendolo, entra in scena una sequenza di avvenimenti che la porta, ipotizziamo, a ritornare a casa deluso ed imbattersi casualmente nella donna della propria vita svoltando distrattamente l’angolo. Se invece la persona fosse riuscita a prendere il treno, si sarebbe trovata da tutt’altra parte e non avrebbe conosciuto la propria anima gemella.
La MAGIA è un applicazione della Teoria del Caos: si provocano coscientemente le cause iniziali che daranno vita alle sequenze di cause-effetto che determineranno un certo stato nel piano fisico.
Un altro concetto che è necessario tenere sempre ben presente è l’assenza del dualismo MALE-BENE. Questi due illusori elementi che regolano la nostra vita esistono, ma solo in relazione all’osservatore. Se un animale viene portato al macello questo è un male per la povera bestia ma allo stesso tempo è un bene per chi si ciberà delle sue carni. Se un popolo viene sterminato è un male se visto dal punto di vista di quella gente, ma potrebbe essere un bene per i popoli rivali che potranno appropriarsi delle loro risorse. Su questo concetto potremmo portare innumerevoli esempi citandola storia dell’umanità. Il confine tra BENE e MALE è una geodetica in perpetuo movimento che è fortemente condizionata dalla situazione in cui ci si trova. Ne abbiamo la prova ad esempio nei processi penali, dove una sentenza di primo grado può essere completamente ribaltata a partire dagli stessi elementi che avevano determinato la condanna (o l’assoluzione) iniziale. In questo caso quello che cambia tra i due processi non sono le prove indiziarie ma la loro interpretazione in un senso piuttosto che in un altro. La stessa cosa si può dire della giustizia teologica, dove peccati, opere ed omissioni perdono la loro gravità in funzione dell’adattamento del clero alla morale comunemente accettata.
La stessa relatività è presente nella dualità VERITA’-MENZOGNA. Il concetto di verità è anch’esso dipendente dal punto di vista dell’osservatore: se immaginiamo la verità un centro e i punti di vista sulla verità dei punti di una circonferenza,comprenderemo che le verità percepite saranno infinite, una per ogni osservatore. La verità è soprattutto funzione di chi la osserva: fermo restando che la verità è una sola, l’osservatore la percepirà decodificandola secondo il suo livello di consapevolezza. La capacità di percepire la verità unica, senza essere sviati dal proprio o dall’altrui punto di vista, è un segno della divinità nell’uomo. Questa capacità viene spesso referenziata come INTUITO, nel caso che il risultato di una o più sequenze di cause ed effetto possa essere previste con una certa dose di probabilità mettendo insieme una serie di fatti oggettivi conosciuti. Si parla invece di VEGGENZA quando tali fatti oggettivi non possono essere presi in considerazione dal soggetto e tuttavia essoè in grado di determinare l’esito finale della sequenza di eventi. E’ un pò come se il soggetto facesse un interpolazione lineare dei campioni di realtà, riuscendo a sostituire magicamente le sequenze mancanti tramite informazioni non provenienti dalla sfera dei sensi normale riuscendo a produrre il corretto andamento della curva che passa per tali punti. Nell’antichità soggetti dotati di questa capacità venivano chiamati ORACOLI. Nella fisica tradizionale la veggenza non dovrebbe affatto esistere, al massimo si potrebbe prevedere il comportamento di un effetto analizzandone la storia pregressa e tramite interpolazione lineare determinarne la tendenza. Questo è dovuto alla concezione che il tempo scorra linearmente in una sola direzione, ovvero che gli eventi evolvano cineticamente seguendo le leggi fisiche sempre e comunque in una progressione di eventi determinati dalle leggi stesse. L’errore che si riscontra tra le misure sperimentali e le leggi fisiche viene identificato come errore dovuto alla misurazione. In realtà le leggi rappresentano solo un approssimazione di fenomeni di cui non si è compreso correttamente la natura. L’errore che mina alla base l’intero campo della fisica è il fatto di considerare spazio e tempo variabili indipendenti, ovvero che non sono funzione di nessun’ altra variabile. Questo concetto è stato smentito clamorosamente dalla Teoria della Relatività e della Gravitazione attribuite ad Einstein.
Einstein proponendo la sua teoria della relatività nel 1905, formulò l’ipotesi che se riteniamo l’energia totale (E) una costante universale, il cambiamento delle dimensioni relative tra spazio e tempo deve corrispondere ad una variazione della massa dei corpi. Da qui la famosa equazione della relatività, E = mc2. Questa formulazione comporta che, in prossimità della velocità della luce, la massa di un corpo in moto deve diventare energia. Con Einstein si realizza un grande cambiamento nel modo dipensare allo spazio ed al tempo: l’equazione della relatività stabilisce che se la massa dei corpi in movimento varia a seconda della velocità, allora nuove dimensioni dello spazio/tempo vengono definite dalle interazioni della massa variabile con il campo della energia.
Per Einstein spazio e tempo non sono più quantità assolute e distinte, di valore primordiale come aveva supposto Newton, ma intrinsecamente relative, per cui lo spazio non è assolutamente distinguibile dal tempo; sono gli eventi di interazione tra energia e materia che determinano dimensioni variabili dello spazio/tempo nell’universo. Purtroppo tali distorsioni relativistiche dello spazio/tempo in funzione della velocità a cui sono soggette le masse dei corpi in movimento, generano inammissibili paradossi logici a tutt’oggi irrisolti: il più famoso è il cosiddetto paradosso dei gemelli. Trattasi di un esperimento mentale in cui si suppone che un gemello resti a terra e l’altro navighi nello spazio ad una velocità che si approssima sempre più a quella della luce; dato che c=S/T, se la velocità dell’astronave aumenta, il valore del tempo sull’astronave deve diminuire, deve cioè rallentare il ticchettio dell’orologio del gemello in volo rispetto a quello del gemello rimasto a terra. In tal caso quando il gemello volante torna a casa trova il fratello molto più vecchio di lui. Questo paradosso è stato sperimentato nella realizzazione dei sistemi GPS: i satelliti in orbita hanno tutti un orologio di precisione sincronizzato con un orologio di riferimento posto a terra. E’ stato verificato che è necessario risincronizzare periodicamente gli orologi dei satelliti in orbita che subiscono l’effetto relativistico, viaggiando ad una velocità superiore all’orologio di riferimento a terra. Sempre secondo la teoria della relatività generale, la gravità è espressione della curvatura dello spazio-tempo. La curvatura è determinata dalla distribuzione nello spazio di massa, energia e pressione. Si può dimostrare che sia la curvatura dell’Universo che la sua storia sono completamente determinate dalla sua densità media: al di sopra di un particolare densità critica, lo spazio-tempo ha curvatura positiva, è finito e illimitato, ed è destinato a contrarsi nuovamente nel futuro ; al di sotto della densità critica, lo spazio-tempo ha curvatura negativa, e l’Universo si espanderà per sempre; una densità media esattamente uguale alla densità critica corrisponde ad un Universo piatto, con una espansione infinita, che però tende arallentare sempre più approssimandosi ad una espansione nulla. Nella teoria del’Bubble Universe’ ogni singolo universo è curvo tanto da realizzare una bolla in virtù della massa oscura (l’etere) di cui è composta. La relatività ci consegna quindi un concetto di spazio e tempo molto più elastico di quello teorizzato invece dalla fisica newtoniana. Tale plasticità in connessione alla teoria del caos è la base sulla quale la MAGIA agisce
Da Abc dell’alchimia e della magia – Francis Xavier
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