GLI ELEATI: LA SCOPERTA DELL’ESSERE
A causa della minaccia persiana e dell’avvio di una fase di regresso economico-culturale di Mileto e delle colonie sulle coste ioniche dell’Asia minore, la colonizzazione greca si indirizzò verso le coste della Magna Grecia, tra le altre ad Elea, da cui il termine di “eleati” per indicare i filosofi di quella colonia. Nel nuovo ambiente vennero elaborati concetti più sofisticati, presentati in forma di categorie (concezioni) contrapposte con cui si intendeva interpretare il mondo, quali essere-divenire, ragione-sensi, anima-corpo, uno-molteplici. L’indagine venne rivolta non più solo nei confronti del comune principio delle cose della natura, ma altresì dell’individuazione di un superiore principio di verità, sia della realtà fisica che del pensiero e della ragione. L’intendimento era di superare l’apparenza del divenire per cercare un principio unico al di sopra del divenire stesso, giudicando, per la prima volta nella storia del pensiero occidentale, il divenire delle cose come mera illusione.
Il principio non venne più identificato con un determinato elemento naturale bensì con l’essere in quanto tale (ossia con la realtà in generale), concepito come entità razionale metafisica, trascendente (al di sopra) l’esperienza sensibile, dando quindi avvio all’ontologia ( quella parte della filosofia che indaga l’essere). Si affaccia una nuova visione del mondo in cui viene superata la preesistente distinzione fra le cose reali da un lato, il pensiero che le indaga dall’altro e la parola che le esprime dall’altro lato ancora. La realtà coincide col pensiero e col linguaggio. Anzi, il pensiero e linguaggio, e quindi il ragionamento logico, sono la realtà autentica, la quale ha una portata più ampia e più vera della realtà sensibile poiché esprime inoltre concetti che non corrispondono a cose visibili. La verità più autentica non si coglie con i sensi ma appartiene alla ragione, che va oltre le apparenze sensibili.
Senofane
Nato nella colonia ionica di Colofone intorno al 570 a.C., emigra nelle colonie italiche della Magna Grecia, in Sicilia e nell’Italia meridionale. Non è stato tuttavia il fondatore della scuola eleatica, ma piuttosto un pensatore solitario e indipendente, presentando affinità solo generiche con gli Eleati. Per primo, comunque, ha affermato l’unità dell’essere supremo, cioè di Dio, contro il politeismo e l’antropomorfismo della tradizione religiosa dell’epoca. Mentre gli Eleati fondarono la problematica ontologica, la problematica di Senofane è soprattutto di carattere teologico e cosmologico. Il tema centrale è la critica della concezione antropomorfica degli dei. L’errore di fondo, per Senofane, è stato quello di attribuire agli dei forme esteriori nonché caratteristiche psicologiche e passioni uguali o del tutto analoghe a quelle degli uomini, solo quantitativamente maggiori, ma qualitativamente non diverse.
Critica l’ingenuità di questa concezione che attribuisce agli dei tutto ciò che l’uomo stesso compie, nel bene e anche nel male: come gli uomini, anche gli dei rubano, dicono menzogne, si ingannano reciprocamente, lottano fra di essi. Secondo tale ingenuo pensiero, obietta Senofane, avverrebbe che anche gli stessi animali, se avessero pensiero e immaginazione, concepirebbero gli dei in forma animale. Altrettanto ingenue ed inverosimili sono per Senofane le spiegazioni mitiche dei fenomeni naturali attribuiti agli dei. Alla concezione antropomorfica Senofane oppone una concezione filosofica, razionale, della divinità. Dio è uno perché sommo e supremo ed in quanto sommo non ve ne possono essere altri come lui. È anche immobile (non ha bisogno di mutare e perfezionarsi) perché perfetto dall’eternità. A breve distanza dalla sua nascita, la filosofia mostra in tal modo la sua potente carica innovatrice: rivoluziona radicalmente il modo di vedere Dio quale era proprio dell’uomo antico. Peraltro, non essendo ancora stata maturata la concezione creazionistica del mondo da parte di Dio concepito come persona, ben si comprende come da Senofane Dio venga identificato con il cosmo. Dio è il principio immobile che tiene insieme l’universo. La divinità non è quella che viene adorata nei templi, ma è la totalità della natura (concezione immanentista e panteistica). Non c’è ancora il concetto di trascendenza, ma può essere comunque colta la rivoluzionaria novità nel concepire Dio come sommo principio regolatore dell’universo, colto attraverso la ragione e la ricerca filosofica anziché attraverso l’immaginazione mitologica. Non meno radicale è stata la critica di Senofane contro i valori tradizionali della società aristocratica, che aveva esaltato le virtù guerresche, l’agonismo e la forza fisica. I valori autentici stanno invece, per Senofane, nell‘intelligenza e nella sapienza, soprattutto nelle buone leggi e nella saggezza degli uomini.