Gli studi esoterici sono in origine quelli sulla natura interna dell’uomo, che portano, attraverso l’introspezione, alla riscoperta di noi stessi, alla conoscenza della nostra “natura interna”, della Verità. Uno dei più influenti studiosi di tradizioni esoteriche, Antoine Faivre, ha scritto che per parlare di esoterismo occorre la presenza di sei caratteri fondamentali:
1) Una teoria delle corrispondenze che esisterebbero tra tutte le parti dell’Universo visibile e invisibile: corrispondenza fra microcosmo e macrocosmo (“ciò che è in alto, è come ciò che è in basso”), fra mondo visibile e invisibile, e anche fra parti del mondo visibile (ad es., fra i pianeti e il corpo umano);
2) L’idea della natura come essere vivente, che recentemente ha affascinato la New Age, ma che ha una lunga tradizione in tutta una filosofia della natura di tipo esoterico;
3) L’importanza attribuita all’immaginazione, e alle mediazioni di esseri preternaturali come spiriti, angeli o demoni: “magia” e “immaginazione” hanno la stessa radice etimologica;
4) La teoria e l’esperienza della trasmutazione, secondo cui l’uomo può trasformarsi in qualche cosa di superiore e di diverso, attraverso la conoscenza di se stesso;
5) “La pratica delle concordanze”, che vuole trovare denominatori comuni – in forma, spesso, di philosophia perennis – fra alcune tradizioni differenti, o anche fra tutte le tradizioni (spesso andando alla ricerca di una Tradizione primordiale con la T maiuscola);
6) L’idea della trasmissione ininterrotta nei secoli del sapere esoterico, tramite una filiazione ‘regolare’ o tramite l”iniziazione’ da maestro a discepolo;
L’esoterismo è un metodo, uno sguardo, un sistema di pensiero che si concentra particolarmente sui simboli e gli archetipi. In quanto metodo, l’esoterismo potrebbe adeguarsi a qualunque ambiente religioso: sarebbero così possibili un “esoterismo cristiano”, un “esoterismo islamico” e così via. Questa possibilità è contestata da autori e teologi delle religioni e chiese storiche, che considerano l’esoterismo intrinsecamente teso a cercare un’unità trascendente fra le religioni che le superi e le inglobi tutte, una sorta di “super-religione”. La loro definizione di esoterismo si avvicina così a quella degli esoteristi cosiddetti “tradizionisti”.
L’esoterismo è lo studio dell’occulto e della saggezza nascosta, lo studio della Verità, o piuttosto di una verità più nascosta che esiste sotto la superficie delle cose: “La Verità è sempre nascosta ad una visione superficiale”. L’esoterismo è un sistema di pensiero che non rimane pura astrazione, ma di solito fornisce impulso e giustificazione alle pratiche occulte. La differenza fra esoterismo ed occultismo sta nel fatto che l’esoterismo è una teoria e l’occultismo una pratica.
Il termine occultismo viene generalmente utilizzato per indicare un complesso di pratiche che spaziano dall’alchimia, all’astrologia, alla magia, alle percezioni extrasensoriali, allo spiritismo, alla divinazione a quelle discipline che si basano sul principio che esistano analogie ed omologie tra l’uomo e realtà soprasensibili. L’esoterista può non praticare l’occultismo, ma l’occultista non può non essere un esoterista.
Le scienze occulte prendono questo nome dal fatto che dovevano nascondersi, rendersi “occulte” usando allegorie, per non subire le reazioni della Chiesa. L’occultismo presuppone l’esistenza, al fondo della realtà, di forze dinamiche, personali o impersonali, fisiche o psichiche, inconoscibili con gli strumenti della logica o della scienza matematica e sperimentale (da questo punto di vista restano “occulte”), ma con le quali si possono stabilire rapporti attraverso strumenti conoscitivi o tecnico-pratici riservati a pochi sapienti.
L’interpretazione dell’occultismo e i suoi concetti possono trovarsi nel sistema della credenze filosofiche e religiose come lo Gnosticismo, l’Ermetismo, la Teosofia, la Thelema e il paganesimo moderno.
“Come in alto così in basso, come dentro così fuori, non c’è che una sola legge e colui che opera è uno.” (Ermete Trismegisto
“L’antica denominazione di “Scienza esoterica” produce le più opposte impressioni. Per molti essa ha qualcosa di ripugnante; provoca l’irrisione, un sorriso di compatimento, forse anche il disprezzo. Costoro ritengono che una concezione che assume quel nome non possa fondarsi che sopra un vacuo fantasticare, e che dietro una tale “presunta” scienza non si nasconda altro che la tendenza a rinnovare ogni sorta di superstizione, superstizione che giustamente viene respinta da chi abbia conosciuto “la vera mentalità scientifica” e uno schietto impulso alla conoscenza. Per altri, invece, quel nome rappresenta qualche cosa che sembra loro non poter conseguire per alcun’altra via e verso la quale essi si sentono attratti da un intimo, profondo anelito di conoscenza o da una raffinata curiosità dell’anima, secondo la propria disposizione.
In realtà il tentativo della scienza esoterica è quello di analizzare quello che sfugge alla normale indagine del mondo sensibile. Quello che di tale mondo rimane “occulto”, non manifesto, ove lo si consideri soltanto mediante i sensi e l’intelletto ad essi legato. La scienza esoterica vuole liberare l’indagine scientifica e l’attitudine scientifica (che di solito si limitano ai rapporti e al processi dei fatti sensibili) da questo loro abituale campo di applicazione, pur conservandone le caratteristiche generali di pensiero. Essa si propone di trattare di cose non sensibili allo stesso modo con cui la scienza naturale tratta di quelle sensibili. Mentre la scienza naturale si limita, con i suoi metodi e i suoi procedimenti di pensiero, alla sfera sensibile, la scienza esoterica considera il lavoro dell’anima, studia la costituzione occulta dell’uomo, il corpo eterico, il mondo astrale, l’evoluzione dell’uomo e dei mondi.” (Rudolf Steiner, La Scienza Occulta)
“Se consideriamo l’occultismo come mezzo per fini spirituali e non per fini magici, otterremo una prospettiva reale della cosa. Ciò che ha davvero valore nella scienza esoterica non è l’acquisizione di poteri psichici o la capacità di compiere miracoli, ma l’intuizione del significato della vita e dell’universo che i suoi insegnamenti danno, e il potere che le sue discipline possiedono per elevare la mente a realizzazioni spirituali. I fenomeni psichici sono solo un sottoprodotto incidentale del vero lavoro. L’iniziato “bianco” è centrato su Dio; l’iniziato “nero” è centrato su se stesso e punta ai poteri per l’autogratificazione. Questa è la principale differenza tra loro.” (Dion Fortune, Occultismo Sano)
“Le scienze esoteriche costituiscono un unico sistema di studio psicologico delle relazioni umane rispetto al mondo noumenico (Dio, il mondo dello spirito) e al mondo fenomenico (il mondo visibile, fisico). La Qabbalah, l’Alchimia, l’Astrologia, la Magia sono sistemi simbolici paralleli di psicologia e di metafisica. Le lettere dell’alfabeto ebraico e le varie allegorie nella Qabbalah; i nomi dei metalli, degli acidi e dei sali in Alchimia; i nomi dei pianeti e delle costellazioni in Astrologia; i nomi degli spiriti benevoli e maligni nella Magia; tutto ciò non era altro che un linguaggio convenzionale e nascosto per esprimere idee psicologiche. Uno studio esplicito della psicologia, specialmente nel suo senso più vasto, era impossibile. Torture e roghi incombevano sui ricercatori. La vera essenza delle scienze ermetiche era dunque nascosta sotto i simboli dell’Alchimia, dell’Astrologia e della Qabbalah. Tra queste, l’Alchimia assunse come scopo apparente la preparazione dell’oro, o la scoperta dell’elisir di lunga vita; l’Astrologia e la Qabbalah assunsero la divinazione; e la Magia l’assoggettamento degli spiriti. Ma quando il vero alchimista parlava della ricerca dell’oro, parlava dell’oro contenuto nell’anima dell’uomo. E quando parlava dell’elisir di lunga vita, stava parlando della vita eterna e delle strade per l’immortalità. In questi casi ciò che viene chiamato “oro” è ciò che nei Vangeli è detto “Regno dei Cieli”, nel Buddhismo il “Nirvana”. E quando il vero astrologo parlava di costellazioni e pianeti, parlava in realtà delle costellazioni e dei pianeti dell’anima dell’uomo, ovvero le qualità dell’anima umana e delle sue relazioni con Dio e con il mondo. Allo stesso modo, quando il cabalista parlava del “Nome di Dio”, era in cerca del Nome nell’anima dell’uomo e nella Natura, non nelle lettere morte dei libri, nè nei testi biblici, come facevano i cabalisti della Scolastica. Infine, quando il vero mago parlava dell’assoggettamento degli “spiriti” e degli elementali alla volontà dell’uomo, intendeva il dominio di un’unica volontà sui diversi “Io” dell’uomo, sui vari desideri e sulle varie tendenze.” (P.D Ouspensky, Un Nuovo Modello dell’Universo)
“L’esoterismo cerca di ridare all’uomo la sua sacralità, di risvegliare quanto di “sacro” in lui c’è ancora, in modo che realmente possa riconoscersi “figlio di Dio”. L’anima, caduta nell’oblio di sè, deve risvegliarsi; “consapevolezza di sè”, significa “ricordarsi” di ciò che realmente si è. Ripulendo la coscienza, appannata dalle scorie della sua “caduta”, l’uomo vuole ricongiungersi con la sua radice divina. Dovremo allora riprendere la nostra vera natura, risolvendo quella seconda natura artificiosa ed illusoria che ci siamo creati e che ci ha fatto disconoscere la nostra origine divina.
Chi cerca di ritornare al proprio stato originario, deve inevitabilmente affrontare il “mostro” che dimora in se stesso, altrimenti la stessa spiritualità diventa semplicemente fonte di conforto e di compensazione. I più cercano compensazioni psicologiche per poter “campare” e protrarre il proprio ego. I più cercano all’esterno quello che invece è all’interno; i più vogliono essere liberati dalle pene, continuando a promuovere le cause che producono quelle pene; i più, insomma, vogliono essere confortati. L’individualità è avida di conforto, di essere accettata, desiderata, appagata proprio perchè “non è”, e non essendo realtà assoluta non potrà mai essere felice e compiuta per quanto le si possa dare. E così passa da un desiderio all’altro, da un’istanza all’altra, da un evento all’altro, senza trovare un attimo di sollievo o respiro. Inserita in tutto questo mondo mutevole ed effimero, la spiritualità stessa, il “guardarsi dentro” diviene forma di compenso e non un momento di crescita e di visione interiore.
Purtroppo l’uomo comune, l’uomo di desiderio, assoggettato al piacere-dolore, sconosce la sua giusta collocazione sul piano esistenziale. L’uomo-individuo dimentica la sua vera natura e s’identifica con il mondo molteplice delle forme, disperdendosi ed imprigionandosi in esse. Così facendo, egli si lega a ciò che va e a ciò che viene, al caduco e all’effimero e si dimentica di “ciò che è”, di “ciò che non muta”, della sua “natura celeste”, che è la sua vera ed unica essenza. In queste condizioni la luce della pura coscienza è schermata dagli ostacoli costituiti dalle false identificazioni del Sè. L’uomo, in definitiva, privilegia quel fenomeno-apparenza che è l’individualità a scapito del suo aspetto assoluto e noumenico: spegne la “scintilla” divina in sè per ravvivare il “fuoco” delle passioni e dei contingenti problemi quotidiani. Un’autentica iniziazione, per contro, deve comportare quel nuovo inizio che riporta la coscienza individuata alla dimensione di consapevolezza universale; per attuare questo processo ci vuole la “vera morte” di uno stato, integrandolo e risolvendolo in un altro di ordine superiore.