Calendario Wicca – Festività : 10 Agosto – Festa degli Dei
Il 10 Agosto è un giorno speciale, in questo giorno cade la Festa degli Dei.
Ognuno di noi può festeggiarli a proprio modo, con un gesto personale per ringraziarli o che sappiamo faccia piacere agli Dei di quel Pantheon.
Come onorare gli Dei
In questo giorno potete onorare gli dei accendendo una candela del colore che preferite e un incenso, e dedicargli questo inno in loro onore…
Ascoltate, o dei, che avete il timone della sapienza sacra,
voi che, dopo aver destato il fuoco che in alto solleva,
agli immortali riconducete le anime dei mortali,
che hanno lasciato il tenebroso recesso,
purificatesi con le iniziazioni ineffabili degli inni.
Ascoltate, o salvatori possenti, e per effetto dello studio dei libri divini,
mostratemi la luce pura, dopo aver dispersa la caligine,
acciocché io possa riconoscere bene il dio immortale e l’uomo;
e sotto i gorghi letei il demone malefico
non ritenga per sempre me lontano dai beati;
e nei flutti dell’orrida generazione caduta,
l’anima mia, che pur non vuole a lungo errare,
un’espiazione terribile non costringa nei ceppi della vita.
Ma, o dei, guide di sapienza, fulgidissima, ascoltatemi,
e a chi si affretta verso un cammino che porta in alto,
rivelate i santi deliri e le iniziazioni delle parole sacre.
Festeggiate come di solito,offrendo offerte alle divinità a base di dolci e vino.
Ogni cultura ha il suo Pantheon di Dei e ognuna di esse ha una forma di paganesimo pre e post cristiano, andiamo ad analizzarli meglio i piu importanti..
Il Paganesimo era un insieme di più religioni anche molto diverse tra loro, ma che generalmente condividevano il medesimo sistema teologico e cosmologico. La concezione del divino era solitamente panteistica, ovvero tendeva ad identificare Dio come ente che permea e costituisce la natura del cosmo; il panteismo era accompagnato da una visione della divinità anche enoteistica, in cui Dio è concepito come in grado di manifestarsi nel mondo fisico, rendendosi comprensibile all’uomo attraverso la molteplicità dei suoi aspetti, le divinità, le quali sono al contempo separate ma generate da un’unica Sostanza divina. Non mancava nemmeno una visione totalmente politeistica, sebbene gli dèi non venissero concepiti come una pluralità di principi, ma piuttosto come pluralità di esseri divini, mai assoluti. Ogni popolo sviluppò il proprio corredo di miti attraverso cui spiegare queste concezioni complesse, i miti erano tuttavia soltanto allegorie, e non venivano interpretati alla lettera, a differenza di come è comune pensare.
Paganesimo Nordico
Il Paganesimo nordico è la religione che prima della cristianizzazione era diffusa in quasi tutto il nord Europa scandinavo, in Germania, in Islanda e in poche zone della Gran Bretagna. La teologia di questa corrente era di tipo politeistico, anche se non mancavano accenni di enoteismo; questo sistema si basava sulla credenza in due categorie di esseri divini, gli Æsir e i Vanir, spiriti dell’ordine cosmico, in opposizione ai Jötnar, le forze del caos. Secondo i pagani nordici tutto ciò che esiste è retto da Yggdrasill, l’albero cosmico, un concetto rintracciabile in molte tradizioni indoeuropee che sta a simboleggiare la forza mistica che lega tutto l’universo, potenza attiva e creatrice della Divinità. L’universo, sempre stando all’interpretazione pagana nordica, è inoltre retto dall’alternarsi continuo di ordine e caos, che continuerà sino alla fine del mondo, il Ragnarök, durante il quale l’equilibrio cosmico andrà perduto ed in seguito ritrovato, dando origine ad un nuovo universo. La religione nordica non possedeva un’organizzazione sacerdotale definita: il sacerdozio era ad appannaggio in particolare di sciamani derivati dalle tradizioni autoctone; questi sacerdoti potevano essere sia uomini che donne e venivano chiamati völva (o raramente sejdmen se erano individui di sesso maschile). Il culto si svolgeva all’aperto o all’interno di templi, di cui uno dei più importanti era il tempio di Uppsala, in Svezia, andato distrutto nel 1087 durante la cristianizzazione forzata.
Paganesimo Celtico
Per Paganesimo celtico si intende l’insieme di tutte le credenze e pratiche del popolo dei Celti fino alla cristianizzazione. Le terre in cui era diffuso questo sistema religioso includono la Gallia, la Britannia, l’Irlanda, certe zone nei pressi del Danubio e la Galazia. Informazioni su questa antica religione ci giungono dalla mitologia, dalla letteratura grecoromana e dall’arte religiosa di cui sono stati rinvenuti parecchi esempi. Nel periodo della conquista dei territori celti da parte di Roma, avvenne anche un considerevole sincretismo tra la religione celtica e quella romana. Molte divinità furono identificate in entrambe le tradizioni con divinità della tradizione opposta. Lo stesso Giulio Cesare, nel De bello Gallico (52 – 51 a.C.) opera un’elencazione delle divinità celtiche associandole, per il loro patronato, alle divinità romane. Poco si sa delle credenze religiose legate alla teologia e alla cosmologia, nonché alla vita dopo la morte. Le usanze di bruciare cibo, armi ed effetti personali del defunto rende l’idea di una credenza nell’aldilà. I druidi, ovvero i sacerdoti, come afferma lo stesso Giulio Cesare insegnavano una dottrina che prevedeva la credenza nella reincarnazione, oltre che includente molti elementi astronomici e misteri sulla natura degli dèi. Gli irlandesi credevano in un paradiso chiamato Tír na mBeo, ovvero “la terra dei vivi”, che collocavano in un mondo sotterraneo o su isole al largo nell’oceano. Questo paradiso veniva anche chiamato Mag Mell (“la terra del piacere”) o Tír na nÓg (ovvero “la terra dei giovani”). Era considerata una dimensione caratterizzata dall’eternità, assenza di tempo, da cui dipendeva l’assenza della vecchiaia e di tutte le preoccupazioni dell’uomo che caratterizzavano la vita terrena. Ancora meno si conosce sull’escatologia della religione celtica. Era diffusa la credenza nella fine del mondo, caratterizzata dal collasso dell’universo (la cosiddetta “caduta dei cieli”). Il sacerdozio era una professione suddivisa in tre ordini: i druidi, i bardi e i vati; in alcune correnti erano presenti anche i fili, dei poeti mistici. Il culto, stando alle cronache grecoromane, non si svolgeva in templi, fino al periodo di contatto con l’impero, ma veniva praticato all’aperto, in particolare all’interno di aree boscose. Questa era la tendenza generale, sebbene gli archeologi abbiano trovato parecchie aree che ospitavano templi, in particolare in Gallia, anche risalenti a periodi antecedenti la conquista romana. La religione celtica era anche contraddistinta dal culto degli alberi, considerati sacri e permeati dallo spirito divino.
Paganesimo Egizio
Il Paganesimo egizio fu la religione praticata dal popolo degli Egizi fino all’imposizione del Cristianesimo e successivamente dell’Islam. Ai tempi della prima diffusione del Cristianesimo, quando nell’Impero Romano stavano prendendo piede nuovi culti, anche il Paganesimo egizio, in una forma basata particolarmente sulla centralità della dea Iside, stava avendo una considerevole diffusione. In seguito, maggiormente in Egitto, con l’affermarsi della Chiesa copta, la religione tradizionale dimostrò una forte resistenza, dato che i fedeli ritenevano di possedere le prove per accertare il fatto che il Cristianesimo fosse una religione costruita traendo elementi dal Paganesimo; l’iconografia della Madonna risultava infatti talmente simile a quella della dea Iside da farla apparire agli occhi degli egizi come un’imitazione della loro cultura. Stessa cosa valse per altri elementi iconografici e per i Dieci Comandamenti, probabilmente tratti, già dalle tribù ebraiche, dalle quarantadue regole di Maat. La religione egizia era fondamentalmente enoteistica e panteistica, venerava cioè una pluralità di figure divine considerandole come le differenti forme di manifestazione di un’unica Sostanza divina, chiamata Netjer. Il divino veniva poi interpretato come espresso nella natura stessa del mondo. La vita dopo la morte veniva concepita in massima parte come un viaggio mistico verso una dimensione parallela, il Duat, prima di entrare nella quale l’anima del defunto veniva giudicata in base alle azioni commesse in vita. Probabilmente, in particolare tra gli ordini sacerdotali e le congreghe misteriche, era diffusa una credenza nella reincarnazione comune a molte religioni indoeuropee e iraniche.
Paganesimo Greco
Si definisce Paganesimo greco la religione praticata nell’antica Grecia e diffusasi in seguito anche nelle aree limitrofe, nel sud Italia, fin dove si estesero i confini della Magna Grecia, e nelle colonie greche nel Mediterraneo occidentale, come Marsiglia, oltre che sulla costa egiziana. La religione greca influenzò pesantemente le origini del Paganesimo romano fondendosi con la religione etrusca, e in seguito diffondendosi e originando sincretismi nel periodo ellenistico. Una visione diffusa [senza fonte] fa risalire le origini del sistema teologico greco ad influenze esercitate dalle preesistenti culture sciamaniche dell’Asia centrale, che in un dato periodo si affermarono nella penisola balcanica assumendo come epicentro di diffusione la colonia di Olbia, in Scizia, a nord del Mar Nero. La religione greca possedeva una propria elaborata teologia e un corpus di miti che provvedevano ad esprimerla in forma allegorica; il culto era basato sulla venerazione e il voto all’interno di templi o in aree naturali, come i boschi sacri; agli dèi erano dedicate anche festività e giorni in cui si praticavano attività di ogni sorta, dalla recitazione, alle cerimonie religiose, ai giochi ginnici. Per coloro che non si accontentavano dei culti popolari, esistevano una serie di culti cosiddetti misterici che offrivano una comprensione più approfondita e concentrata della religione.
Alkemill / LilithEye