Calendario Wicca – Festività – 11 Novembre : Festa di Sucellus
L’11 Novembre si festeggia uno degli Dei piu importanti della cultura Celtica, ovvero il Dio Sucellus.
Sucellus, il cui nome viene fatto derivare dal prefisso “Su”, ovvero “buono, ottimo” e dal termine latino “percellere”, il cui significato è “sconvolgere, colpire, uccidere”; il cui significato diventa “ il buon picchiatore” o “colui che batte bene”, è una delle divinità galliche più diffuse in tutta Europa.
Sono ben 200 i ritrovamenti di sue rappresentazioni, sempre raffigurato come un uomo robusto, dalla capigliatura riccia e leonina, una folta barba che scende fino al possente petto; impugna un martello dal lungo manico. Le sue caratteristiche sono palesemente solari, le sue raffigurazioni sono sempre accompagnate da svastiche ( simbolo del sole ), ruote solari, croci. Per alcuni studiosi egli è il Dio supremo dei Galli, il più grande di tutti, mentre per altri egli è il Dio al centro dei culti popolari, buono e onesto. Sucellus veniva raffigurato con sembianze umane, avvolte da abiti di pelle di lupo. Egli porta nelle mani un martello dal manico lungo, che alcuni studiosi definiscono uno scettro, ed un vaso che si pensava fosse pieno di mosto.
I Simboli di Sucellus
Ma a questo punto per aver un riscontro più oggettivo tra Sucellus ed il Giove romano occorre trovare all’interno della simbologia del Dio gallico, l’elemento che contraddistingue il Dio romano, ovvero il fulmine, caratteristica di un altro Dio gallico, Taranis. Tra i simboli che accompagnano le raffigurazioni di Sucellus compare anche la Z, simbolo del fulmine notturno; ad esempio la troviamo sulla statua di Visp, posizionato sotto il ginocchio sinistro. Alcuni studiosi legano Sucellus al fulmine anche attraverso il maglio, sostenendo che il rumore che esso provoca colpendo ricorda il rumore del tuono; senza dimenticare che anche il Dio del tuono germanico (anch’esso popolo indoeuropeo) Thor era munito di martello. Un bell’esempio è la rappresentazione di Vienne, in cui il maglio è stato perduto, ma il Dio ha come copricapo un tamburo/botte, da cui si diramano cinque strali anch’essi terminanti con piccole botti/tamburi. Ma gli indizi del rapporto Sucellus/Giove non finisco qui, abbiamo un’epigrafe trovata a Magonza la quale riporta la dicitura:
I O M SVCÆLO
Ovvero “Iovi Optimo Maximo Sucellus”, il che fa supporre che Sucellus era riconosciuto come Giove anche nel suo massimo aspetto imperiale.
La Natura Ancestrale del Dio Sucellus.
A fronte di tutto questo, Sucellus rappresenta un Dio ancestrale che raggruppa all’interno di se vari elementi; esso è Dio solare, degli inferi, delle stagioni, della morte e della vita, così come della fertilità che in seguito sono state raffigurate in altre divinità con specifiche qualità, ad esempio Taranis col fulmine; anch’esso non a caso associato a Giove, anche se quest’ultimo potrebbe essere una divinità assestante con la sua peculiarità. Di sicuro per i soldati romani in Gallia egli era Giove, testimoniato da diverse iscrizioni votive a Jupiter Sucellus, così come a numerose raffigurazioni di Jupiter con simboli solari e raffigurato con le sembianze che ricordano Sucellus. E’ più probabile che vi sia stato una sorta di compromesso tra le due divinità; il Giove romano, divinità celeste, in Gallia aumenta in modo marcato la sua associazione al Sole tipica del Dio gallico, mentre quest’ultimo sia avvicina al Dio romano aumentando le sue caratteristiche celesti e al fulmine.
Le varie figure del Dio Sucellus
La sua particolarità è che le sue rappresentazioni si prestano a più versioni, e tutte trovano riscontro; infatti mentre nelle zone più a nord quali il Reno, il Rodano e la Saona vi è una visione più veneranda e solenne, quasi sempre associato al Giove romano; la zona sud ha una visione più bonaria, agreste che nella Gallia narbonese lo porterà ad essere associato al Silvano romano, ma non mancano anche rappresentazioni che lo associano al Dis pater e a Pluto, Dio dei morti.
Per comprendere meglio le sue caratteristiche, si può considerare Sucellus come Giove, Silvanus o il Pluto gallico, è interessante osservare i ritrovamenti nelle zone più periferiche, dove la tendenza a mantenere una tradizione più arcaica è maggiore. Esistono sei statuette bronzee ritrovate in diverse località della Svizzera (Losanna, Basilea, August, Visp, Pully e Genf) che mostrano coerentemente le stesse caratteristiche. Sucellus è rappresentato con la solita capigliatura leonina, barba lunga, fisico possente; in tutte la rappresentazioni è vestito con una tunica a maniche lunghe che arriva fino al ginocchio; nella mano sinistra porta il classico martello dal lungo manico, mentre nella destra tiene una olla, oggetto a forma di vaso. Molti sono gli indizi che testimonierebbero Sucellus come Dio solare; signore del ciclo della vita e della morte; in molte raffigurazioni su altari nei Pirenei, così come in Inghilterra, oltre ai consueti simboli solari è presente il tipico serpente con la testa di ariete, il quale si attorciglia o intorno all’altare, o intorno ad una quercia rappresentata affianco al Dio.
Ma il serpente con la testa di ariete non è l’unico animale che la mitologia celtica lega al mondo dei morti, anche il cane è spesso raffigurato al suo fianco e, ancora più esplicitamente, sul rilievo ormai distrutto di Oberseebach e di Varhely, viene raffigurato con un Cerbero, cane a tre teste guardiano degli inferi.
Come onorare Sucellus.
Onoratelo nel Suo giorno accendendo una candela e bruciando erbe di questa stagione, come la salvia ed il rosmarino. Ponete sull’altare un’offerta d’uva
Alkemill / LilithEye