I libri di Magia Alta (o Bianca) erano solitamente conosciuti come Clavicole (dal latino chiavi), mentre quelli di Magia Bassa (o Nera) come Grimoires (una corruzione del francese grammaires, grammatiche). Ad oggi vengono comunque definiti genericamente Grimori sia i Codici di Magia Bianca che di Magia Nera in uso presso i Maghi e gli Occultisti dei secoli passati, attraverso i quali essi concretizzavano le loro sperimentazioni. Grimori e pseudobiblia si collocano oggi all’interno di un fermento culturale che per la sua maggior parte ha stravolto e alterato il suo vero significato originario.
Le antiche conoscenze ed i tipi di sapere preservati all’interno di questi primi testi costituirono una forma culturale ed una conoscenza mantenutasi, e sviluppatasi, nel corso dei secoli nella totale segretezza ovvero nella speranza di poter giungere a quei fini tanto agognati.
Questi misteriosi testi si possono collocare in queste categorie:
- libri che sono esistiti ma che oggi non esistono più (causa distruzione, perdita, etc.)
- libri che non sono mai esistiti ma che potrebbero esistere (per una ricostruzione apocrifa a posteriori, per giochi di citazioni che potrebbero permetterci di ricostruire parzialmente o integralmente il testo, etc.)
- libri che esistono, ma è come se non esistessero (causa irreperibilità, estrema rarità, censure, etc.)
- libri che esisteranno ma che attualmente non esistono (poiché lavori in nuce, non attuali, non dati ancora alle stampe, work in progress, etc.)
Per nostra fortuna tali testi si sono in parte preservati fino ai giorni odierni dimostrandoci oltremodo come gli esoteristi dovessero essere considerati a tutti gli effetti, nel senso lato del termine, degli scienziati ante litteram il cui fine non fu solo teso al contatto con il divino o al controllo del mondo terreno ma anche alla crescita interiore e allo sviluppo spirituale del singolo. Proprio per tali motivi la Chiesa cattolica si trovò costretta a soffocare queste forme culturali alternative, movimenti ed idee che furono comunque in grado di risvegliare in tutta Europa l’animo e la sete di conoscenza di centinaia, se non migliaia, di individui, fungendo altresì da innegabili catalizzatori nello sviluppo delle scienze e del libero pensiero, al di là del condizionamento di ogni autorità politica e religiosa dominante.
Ecco Alcuni Fra i Grimori più conosciuti
CLAVICULA SALOMONIS
La Clavicula Salomonis, ovvero la Chiave di Re Salomone (detto anche il Libro del Diavolo), è il più celebre ed il più temuto manoscritto di Magia Rituale, proibito dalla Santa Inquisizione che lo dichiarò gravemente eretico. Ad oggi non se ne trovano che rare copie manoscritte in Europa, presso le grandi biblioteche di Parigi e di Londra. L’opera è divisa in due parti: nella prima viene spiegato come evitare sbagli durante le operazioni con gli Spiriti, e quindi nozioni interessanti ed accurate sui tempi e le influenze dei Riti Magici, sui segni e sui pianeti, tutte informazioni che dovrebbero garantire un certo margine di protezione all’evocatore; nella seconda si apprende l’attuazione vera e propria delle Arti Magiche e contiene dettagliate istruzioni per la preparazione dei Rituali, avvisando che nessuna operazione deve essere intrapresa se prima non è stato tracciato e consacrato un Circolo Magico; altra condizione è la consacrazione personale di tutti gli strumenti magici, pena la non riuscita del Rituale. Seguono la descrizione del rito, tempi, modi, paramenti ed invocazioni.
LEMEGETON CLAVICULA SALOMONIS
La Piccola Chiave di Salomone o Lemegeton Clavicula Salomonis è un grimorio del Seicento e uno dei più famosi libri di demonologia. Non va confusa con la Chiave di Salomone, un testo precedente. Gran parte del suo contenuto deriva da testi del Cinquecento, tra i quali la Pseudomonarchia Daemonum di Johann Weyer, e da grimori tardo-medievali. Vi si possono rintracciare anche chiare influenze cabalistiche e della mistica musulmana. Nel libro viene dichiarato come autore il re Salomone ma la presenza nell’opera di preghiere a Cristo e alla Trinità rendono tale dichiarazione di paternità un evidente falso. La Piccola Chiave di Salomone contiene dettagliate descrizioni degli spiriti e dei rituali necessari per evocarli e costringerli a eseguire gli ordini del mago (chiamato nel testo “esorcista”).Vengono date istruzioni dettagliate circa i simboli, le procedure rituali da eseguire, le azioni necessarie per impedire che gli spiriti prendano il sopravvento, i preparativi che devono precedere l’evocazione e il modo in cui costruire gli strumenti necessari per l’esecuzione di tali rituali.
GRIMORIO DI ONORIO III
Il Grimorio di papa Onorio è uno dei più recenti; il materiale risale al 1500, ma fu pubblicato solo nel 1629 in latino col titolo di Grimorium Honorii Magni. Fu il più aspramente combattuto dalla Chiesa in parte per i sacrifici di sangue che consigliava, in parte perché mescolava elementi cristiani ad elementi di magia nera, connubio ritenuto particolarmente pericoloso e blasfemo; inoltre coinvolgeva direttamente lo stesso erede di Pietro. L’intestazione dà al Grimorio la forma di una bolla papale, emessa da Onorio III il Grande, che cominciò il suo pontificato nel 1216, succedendo a Innocenzo III. In realtà quel papa non fu affatto dedito alla magia; semmai è ricordato come un pontefice piuttosto debole, incapace di lottare contro l’impero; è invece probabile che si riferisca ad Onorio II, l’antipapa, che fu nominato nel 1061. Dopo le solite indicazioni per la preparazione dell’evocatore, cioè digiuno, applicazione costante, preparazione del luogo, ecc, si è pronti per la Grande Invocazione agli spiriti. La differenza di questo Grimorio rispetto ai precedenti è che gli spiriti evocati non sono genericamente demoni che nulla hanno a che vedere col Satana del Vangelo, ma specificamente gli angeli ribelli al volere di Dio. Un cattolico moderno troverà almeno sconcertante l’uso dei Salmi, di parti dei Vangeli e di invocazioni a Gesù Cristo ed alla Madonna usate per chiamare i diavoli. La Chiesa dell’epoca deve aver trovato la cosa blasfema in modo ripugnante e si è preoccupata di distruggere più copie possibile dei manoscritti dell’opera. Nei secoli seguenti circolarono molti falsi di questo Grimorio, stampati apposta per non far conoscere le formule esatte. Il testo più antico tra gli originali sopravvissuti è datato 1670
ENCHIRIDION
Questo testo viene comunemente attribuito a Papa Leone III che regnò dal 795 all’816. Secondo la tradizione egli lo inviò a Carlo Magno come il più prezioso dei doni che un regnante potesse ricevere. L’attribuzione di un Grimorio Magico ad un Papa della Chiesa Cattolica non deve stupire, non bisogna dimenticare infatti che la perdita del misticismo nel Cristianesimo è cosa abbastanza recente e che un tempo non si faceva segreto delle origini pagane dei dogmi della Chiesa. La prima pubblicazione dell’Enchiridion risale al 1523 e mostra una raccolta di Formule Magiche sotto forma di orazioni aventi lo scopo di dominare sia le Cose Non Create che le Cose Spirituali; vi troviamo inoltre una ingente quantità di Pentacoli di derivazione cabalistica, di consacrazioni e di esorcismi. L’obiettivo finale del testo è quello di ottenere, tramite la fede, parte del potere della Divinità al fine di dominare sul Regno delle Tenebre e di trovare appoggio nelle difficoltà della vita.
IL CORVO NERO
Il Corvo Nero, conosciuto come “La Triplice Coercizione dell’Inferno”, viene generalmente attribuito a Johannes Faust, ed è considerato un Grimorio diabolico poiché suo unico e dichiarato scopo è quello di evocare e soggiogare al proprio volere gli Spiriti. Quello che molti erroneamente reputano un personaggio partorito dalla fantasia è in realtà esistito, il Dottor Johannes Faust visse tra il 1480 ed il 1550, ed era un famoso Occultista tedesco che lanciò la sua sfida per soddisfare la propria ansia di sapere, di sapienza e di dominio; sull’attribuzione di questo Grimorio a Faust non esistono ancora prove concrete, con molta probabilità gli viene data la paternità in base ai fini propri del volume che si occupa principalmente di evocazione a scopo di potere personale e bramosia. Gli Spiriti che vengono trattati nel Libro appartengono alla categoria dei Disincarnati, chiamati oggi Spiriti Maligni. Inizialmente viene descritta in quattro capitoli la Cerimonia di Invocazione riportando i sigilli dei sette Granduchi ed elencandone i nomi e le gerarchie. Seguono la descrizione di alcuni di alcuni sigilli provati da Faust stesso e che servono a proteggere dagli Spiriti ogni praticante ed operatore.
APTOLCATER
Il Libro Esoterico della Potenza è il titolo di un manoscritto datato intorno al 1800 e scoperto dall’occultista Sayed Idries Shah, meglio conosciuto come Aptolcater in quanto nella presentazione si specifica che il Libro contiene i segreti cabalistici di questo Mago che operava nella città di Adrianopoli. Anche se presentato come una traduzione dal greco, il testo è probabilmente di origine medio orientale, forse proviene da quelle zone in cui si sviluppò il pensiero magico Babilonese e Semita; si fa un largo uso di Quadrati Magici adoperati per operazioni varie quali quella di sconfiggere i nemici, di farsi vendetta o di protezione da spiriti maligni.
GRIMORIUM VERUM
Il Grimorium Verum fu tradotto dall’ebraico da Plangière, un Domenicano dell’Ordine dei Gesuiti, il quale vi aggiunse alcuni segreti rinvenuti nella Clavicola di Re Salomone.
Il Libro è diviso in tre parti:
Prima parte: Natura dei patti – Generi di Spiriti – Aspetto degli Spiriti – Invocazioni. In questa prima parte sono contenuti alcuni Caratteri e Sigilli usati per l’evocazione ed il patteggiamento con gli Spiriti; si tratta per la maggior parte di Spiriti Elementali, prevalentemente appartenenti alla sfera del Fuoco.
Seconda parte – Invocazione degli Spiriti e loro descrizione. Nella seconda parte si espongono alcuni “Segreti Naturali e Soprannaturali” che si possono operare soltanto previa l’evocazione e l’aiuto di Demoni, facendo particolare attenzione agli inganni contenuti nei patti diabolici.
Terza parte: Orazione preparatoria ed esplicazione del Rituale. Questa parte è dedicata alle Chiavi dell’Opera ed al modo di usarle.
GRAND GRIMOIRE
Conosciuto anche come il libro del Dragone rosso, risalente presumibilmente al 1522. Il Grand Grimoire viene considerato il Libro più autorevole per quanto riguarda i Patti con il Diavolo e le evocazioni diaboliche, la data della sua redazione rimane ancora incerta non essendo stati trovati manoscritti antecedenti la prima stampa che avvenne in Francia agli inizi del 1800. Si pensa che sia posteriore al Grimorium Verum, poiché ne riprende le Gerarchie Infernali ma si notano anche molti riferimenti al Lemegeton e riguardo a questo libro tutti concordano che esso fosse già conosciuto nel 1500. Il Grand Grimoire viene attribuito per tradizione al veneziano Antonio del Rabbino il quale scrive di essersi ispirato agli scritti autografi di Re Salomone. Egli divide il Grimorio in due parti, nella prima spiega il rito per l’evocazione di Lucifuge Rofocale mentre nella seconda parla dei patti da stringere con i Demoni in cambio della propria anima e del proprio corpo. E’ da notare proprio in questa ultima parte l’attenzione che viene data dall’autore alla compilazione dei cosiddetti Contratti, il patto scritto che poi è entrato nell’immaginario popolare, soprattutto riguardo le eventuali scappatoie e doppi sensi ai fini di non rispettare alla fine il Patto stesso. A completamento dell’opera viene riportata una serie di Segreti Magici che sono in realtà antichi rimedi di medicina di campagna ripresi probabilmente da qualche libro in voga durante il Medio Evo.
LIBER ARMADEL
Il titolo completo di questo raro Grimorio (da non confondere con l’Almadel) è LIBER ARMADEL SEU TOTIUS CABALAE PERFECTISSIMA BREVISSIMA ET INFALLIBILIS SCIENTIA TAM SPECULATIVA QUAM PRATIQUA . La parte principale del Grimorio è dedicata all’evocazione degli Spiriti allo scopo di influenzare le attitudini dell’evocatore. Si è notato che molte parti del testo sono tratte del Grimorium Verum con la sola differenza di non prevedere scambi o patti. Oltre ai quattro tradizionali Angeli riferiti ai quattro punti cardinali e ai quattro Elementi, si trovano anche una serie di entità identificate con i nomi alfabetici ebraici dei numeri da 1 a 9, unico degli Spiriti Planetari al quale si fa riferimento è Bartzabel.
Fu devotamente custodito all’interno di una setta segreta detta Ordo Roseae Rubeae ed Aureae Crucis, anche se non è ancora del tutto chiaro l’uso dell’Armadel, sembra che inizialmente i Sigilli del Grimorio venissero utilizzati come Porte per il Piano Astrale.
ALBANUM MALEFICARUM
L’Albanum Maleficarum è un antico libro di magia rituale o cerimoniale, che insegna a praticare un tipo di stregoneria chiamato cápricas arti . Un insieme di pratiche andaluse estinte che fiorirono nelle aree di Jerez de la Frontera e Sanlúcar de Barrameda durante il periodo Al-Andalus . Successivamente, i popoli zingari promossero l’apparizione di credenze superstiziose a Vienna ( Austria ), basate sulle Arti Capric e battezzate come “sacrocaprismo”.Secondo il libro, Capricúo (in latino , Capricuum) era un mago vissuto molti secoli fa, nella parte meridionale della Hispania , che ricevuto la saggezza suprema per intercessione divina riusci’ secondo la leggenda a scoprire l’arte della magia e dominare la occulta scienza nascosta . Scrisse ampi trattati su stregoneria , scienza , alchimia ed evocazione, in un linguaggio segreto coniato da lui stesso. Secondo il grimorio, Capricúo si trasformo’ accidentalmente in una capra . Tutti questi eventi si verificarono secondo gli studiosi, prima della venuta di Cristo , apparentemente durante la Dominazione romana .
IL LIBRO DI ABRAMELIN
Il libro di Abramelin racconta la storia di un Mago egiziano di nome Abramelin, o Abra-Melin, che insegnò un sistema magico a Abraham di Worms, un ebreo tedesco che si presume abbia vissuto dal 1362 a.C. al 1458d.C. Il sistema magica da questo libro riacquistò popolarità nel XIX e XX secolo grazie allo sforzo di Mathers di tradurre il testo, The book of the Sacred Magic of Abramelin the Mage, ricopre importanza all’interno dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, e successivamente con il sistema mistico della Telema (creata nel 1904 da Aleister Crowley).Sfortunatamente, Mathers usò una copia poco affidabile del manoscritto per la sua traduzione, e quindi contiene alcuni errori e omissioni. La successiva traduzione in inglese fatta da Georg Dehn e Steven Guth, basata sull’antica e più completa fonte, è molto erudita e comprensibile.
HEPTAMERON
Trattato dei nomi delle ore e degli angeli che le regolano, secondo il corso del cielo, di modo che quello spirito che presiede quel giorno e quella data possa essere evocato con l’ausilio dei suoi propri sigilli e delle sue formule per propiziare l’intendimento magico che stiamo perseguendo. L’HEPTAMERON è un manuale conciso di magia rituale publicato come appendice all’opera di Agrippa il DE OCCULTA FILOSOFIA. L’edizione redatta in latino risale al 1600 circa attribuita al famoso medico Pietro d’Abano (1250-1316). Heptameron vuol dire “sette giorni” ed in pratica è un dettagliato compendium di riti, evocazioni e scongiuri rivolti agli angeli legati ad ogni singolo giorno della settimana e quindi ai relativi pianeti chiamati TRONI, sui quali essi sono assisi.
E’ forse una delle fonti principali da cui fu attinto per la stesura del LEMEGETON.
Ancora oggi, per la preziosità dei contenuti di questo trattato, le sue formule sono ampiemente usate nella pratica magica moderna.
RAUOSKINNA
Il Rauðskinna è considerato nel campo della letteratura esoterica come uno dei più leggendari e terrificanti trattati di magia nera mai scritti: un Grimorio di evocazione Demoniaca talmente oscuro che si fatica a credere che sia stato redatto da un vescovo cristiano. L’obiettivo di questo manuale era di usare la magia per ottenere il controllo di Satana stesso. Conosciuto anche come The Book of Power, Rauðskinna (“Red Skin” in islandese) prese il nome dalla copertina rossa scritta con rune in lettere d’oro. Il suo autore, Gottskalk Nikulausson, era come ho accennato un Vescovo Cristiano, il quale sembra però volesse ottenere molto di più nella vita, rispetto al semplice servire la sua religione.
SEFER RAZIEL HAMALAKH
Sefer Raziel HaMalakh, (ספר רזיאל המלאך “Libro di Raziel l’Angelo“), è un grimorio medievale di Cabala pratica, inizialmente scritto in ebraico e aramaico, ma che sopravvive anche in traduzione latina col titolo Liber Razielis Archangeli, in un manoscritto del XIII secolo [probabilmente] prodotto durante il regno di Alfonso X di Castiglia. Il libro non può essere dimostrato che sia anteriore al XIII secolo, ma potrebbe in alcune parti risalire alla tarda antichità. Come altri testi oscuri antichi, vedi Bahir e Sefer Yetzirah, l’opera è ancora esistente in un numero di versioni. La tradizione del libro lo attribuisce come rivelato ad Adam dall’angelo Raziel. Il titolo stesso è menzionato in un’altra opera magica della tarda antichità, La Spada di Mosè. Gli storici critici lo considerano un testo medievale, molto probabilmente prodotto dai pietisti Chassidei Ashkenaz, poiché le relative citazioni cominciano ad apparire solo nel XIII secolo. Alcune sue sezioni sono senza dubbio più antiche. Il probabile compilatore della versione medievale è Eleazar di Worms, come anche il Sefer Galei Razia, che si sviluppò in quello che abbiamo correntemente col titolo di Sefer Raziel HaMalakh, e altre opere scritte da persone di diverse opinioni teologiche. Essa si basa notevolmente su Sefer Yetzirah e Sepher Ha-Razim. Ci sono più versioni manoscritte, che contengono fino a sette trattati. La versione stampata del Sefer Raziel è suddivisa in cinque libri, alcuni dei quali in forma di un Midrash mistico della Creazione. È dotato di un’elaborata angelologia, usi magici di zodiaco, ghematria, nomi di Dio, incantesimi di protezione e un metodo per scrivere amuleti magici di guarigione. Il sesto libro del Liber Razielis si basa sul Sefer ha-Razim (“Libro dei Segreti”), con varie aggiunte tra cui la “Preghiera di Adamo” di Sefer Adam. Il libro divenne famoso in ambito di magia rinascimentale tedesca, citato dal medico Johannes Hartlieb (1410–1468) insieme a Picatrix come tra le opere più abominevoli di negromanzia.
IL LIBRO DEL COMANDO
Vi è un testo molto famoso, il De cerimoniis magicis, di cui una copia si conserva anche alla Biblioteca Nazionale di Roma. Il contenuto di questo testo, che nelle traduzioni italiane viene tramandato come Libro del comando, consiste in un’iniziazione alla magia cerimoniale e all’evocazione degli spiriti. Esso viene attribuito a Enrico Cornelio Agrippa di Nettesheim, allievo di Johannes Trithemius e uno degli ultimi alchimisti di tradizione medievale, ma l’attribuzione del testo ad Agrippa è considerata spuria dagli studiosi. Il testo vorrebbe infatti essere il quarto episodio di un’opera concepita in tre libri, il De occulta philosophia libri tres. Il quarto volume sarebbe stato tenuto segreto dall’autore per riservarne l’accesso ai soli iniziati, nel timore che, con la sua divulgazione, potesse essere mal utilizzato o ridicolizzato. La prima comparsa di questo testo si ebbe a Marburgo, nel 1559, nella già citata edizione, ma tre anni dopo, Johann Wier, allievo di Agrippa e molto vicino al maestro, denunciò subito quel testo come un apocrifo, un giudizio confermato dalle analisi di questo libro che, per stile e contenuto è ben lontano dalla qualità letteraria degli altri tre. Il libro è stato spesso pubblicato insieme ai Magica elementa, un testo di magia bianca scritto da Pietro d’Abano. Per questo è frequente che i due testi vengano associati nelle menzioni di XVI e XVII secolo.Nonostante l’opinione comune degli studiosi circa la sua non genuinità, il testo ha conosciuto diverse edizioni italiane, anche recenti, che continuano ad attribuirlo ad Agrippa.
DE VERMIS MYSTERIIS
L’eretico Ludwig Prinn scrisse questo abominevole libro in prigione, sotto l’influsso di evocazioni demoniache, poco prima della sua esecuzione: era stato condannato infatti a salire sul rogo colpevole di stregoneria. La terribile fama del De Vermis Mysteriis si diffuse rapidamente in tutto il mondo, subito dopo la morte del suo scellerato autore. Di questo libro, un grande volume in caratteri gotici, ne esiste solo un’altra copia in versione latina, conservata nella Miskatonic University di Arkham.
PICATRIX
Il Picatrix è forse il manuale magico più importante del Medioevo. Vi si apprende che la conoscenza magica è un processo infinito, che viene sempre accrescendosi e che ha un potere straordinario e illimitato. Viene dato rilievo al principio che nella mente vi è una parte oscura e dimenticata in cui sono possibili iniziative eccezionali, oltre l’ordine prestabilito, attivate e compiute attraverso atti spirituali che fanno dell’uomo il creatore che congiunge con i suoi poteri arcani le energie del cielo con la potenza degli elementi. L’uomo diviene così un universo a sé, un microcosmo in grado di operare combinando le forze della natura, e in questo modo dominare e trasformare a suo piacimento il naturale corso di uomini e cose. Costui diviene il Sapiente, ovvero colui che conosce le energie dei cieli, delle acque, dei climi, degli astri e dei loro influssi, e li sottomette con accorgimenti quali riti, preghiere, talismani, ossia contrapponendo loro la propria astuzia e il proprio sapere.
IL MAGUS
Il Magus di Francis Barrett è anche conosciuto come Il Celeste Investigatore oppure Sistema Completo di Filosofia Occulta, si tratta di un grosso volume illustrato apparso ed a differenza di tutti gli altri Grimori si presenta come una specie di Enciclopedia delle Scienze Occulte, senza trascurare alcun riferimento o dottrina.
Tutto questo è dovuto anche al fatto che il suo autore fu uno dei primi studiosi delle discipline occulte, studio svolto con l’intento di raccogliere e riunire tutto ciò che era stato scritto in precedenza cercando di dare una voce unica a tutta la materia; il libro si divide in due parti, nella prima si affrontano le materie della Magia Naturale, dell’Alchimia e della Magia Talismanica, nella seconda parte si parla di Magnetismo, Magia Cabalistica, Magia Cerimoniale, Teurgia ed evocazione di Spiriti Angelici.
Una delle cose importanti del Magus è che l’autore non si limita soltanto a spiegare i Rituali e tutti i vari passi di ogni disciplina ma ne rivela anche le conseguenze, spiegando quindi sostanzialmente cosa accade dopo l’apparizione di uno Spirito o durante la conversazione con una Entità, tutti argomenti praticamente assenti nei testi antichi.
I LIBRI DI THOT
Considerato l’inventore della scrittura e il custode dei segreti dei movimenti del cielo, secondo l’antica tradizione Egizia a Thot venivano attribuiti vari appellativi tra cui il più famoso è “Thot, Tre Volte Grande”, da cui deriva il nome in greco del dio stesso, Ermete Trismegisto.
Figlio di Ra, di cui era anche consigliere, era il dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo e della matematica e geometria. Gli Egizi, che lo raffiguravano con la testa di Ibis, il cui becco somiglia a una Luna crescente, gli attribuivano anche l’invenzione del calendario di 365 giorni. Il mistero che lo circonda è dovuto, soprattutto, ai libri che avrebbe scritto e nascosto. Ma quale potrebbe essere il nascondiglio di questi libri? E che cosa vi sarebbe scritto? Secondo i “Testi delle Piramidi”, il dio Thot avrebbe trascritto i misteri dei cieli in alcuni libri sacri, che poi avrebbe nascosto sulla Terra perché solo i più degni, tra le generazioni future, li trovassero.
Secondo alcune teorie sarebbero nascosti in una camera segreta situata al di sotto della Sfinge, ma le ricerche effettuate con le più moderne tecnologie, sia sotto che nell’area circostante il monumento, non hanno ancora rivelato la presenza di cripte sotterranee. Secondo altre teorie, invece, li avremmo sempre avuti davanti agli occhi. Si tratterebbe dell’intero complesso delle Piramidi di Giza e della Sfinge che, se esaminato nell’insieme, sarebbe una copia “terrena” di una situazione astronomica ben precisa calcolabile grazie alla precessione degli equinozi. Ne parleremo meglio nei prossimi articoli.
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