Esistono dei luoghi nella mia anima che io sono solita chiamare ” i luoghi del disastro”, pieni di tutte quelle cose che dovrei ripassare ma senza alcuna voglia di farlo a volte o con paura.
Quelle stanze sono chiuse, ma le chiavi le tengo con me.
Ci sono momenti in cui le apro, per buttare dentro qualcos’altro, ed altri momenti in cui mi rendo conto che, continuando ad accumulare, arriverò al punto di dover uscire da me stessa tanto è lo spazio che occupano.
Ma queste stanze sono come le aule della scuola.
Occorre passarci dentro del tempo per capire di cosa parlano.
E così, riesco a vedere come i disastri, alle volte, accadono per poter comprendere l’assimilazione.
There are places in my soul that I usually call “the places of disaster”, full of all those things that I should review but without any desire to do it sometimes or with fear.
Those rooms are closed, but I keep the keys with me.
There are moments when I open those rooms, to throw in something else, and other moments when I realize that, by continuing to accumulate more things, I will get to the point of having to get out of myself so much is the space they occupy.
But these rooms are like school classrooms.
We need to spend some time inside to understand what they are talking about.
And so, I can see how disasters sometimes happen, to understand assimilation.