La Fisica dei Quanti o, più propriamente, Meccanica Quantistica, ha rivoluzionato la visione scientifica della realtà ed offre una solida base di conoscenza per ampliare i propri orizzonti mentali. Due scienziati di fama mondiale, esperti in fisica quantistica, dicono che si può dimostrare l’esistenza dell’anima, basandosi sulla fisica quantistica.
Lo studioso americano Stuart Hameroff e il fisico inglese Roger Penrose hanno sviluppato una teoria quantistica della coscienza, affermando che le anime sono contenute all’interno di strutture chiamate microtubuli che vivono all’interno delle cellule cerebrali (neuroni). L’anima sarebbe composta da prodotti chimici quantistici, che nel momento della morte fuggono dal sistema nervoso per entrare l’universo. La loro idea nasce dal concetto del cervello visto come un computer biologico. La coscienza sarebbe una sorta di programma per contenuti quantistici nel cervello, che persiste nel mondo dopo la morte di una persona. Le anime degli esseri umani sarebbero perciò molto più che la semplice interazione dei neuroni nel cervello: sarebbero della stessa sostanza dell’universo ed esisterebbero sin dall’inizio dei tempi. I due studiosi sostengono che la nostra esperienza di coscienza è il risultato degli effetti di gravità quantistica all’interno dei microtubuli. In una esperienza di pre-morte i microtubuli perdono il loro stato quantico, ma le informazioni contenute in essi non vengono distrutte. In parole povere, l’anima non muore ma torna l’universo. Con la morte, “il cuore smette di battere, il sangue non scorre, i microtubuli perdono il loro stato quantico”, ha detto il dottor Hameroff.
L’informazione quantistica all’interno dei microtubuli non è distrutta, non può essere distrutta, si distribuisce soltanto e si dissipa nell’universo in generale, ha aggiunto. Se colui che ha avuto un’esperienza di pre-morte risuscita, rivive, questa informazione quantistica può tornare nei microtubuli. In caso di morte è possibile che questa informazione quantistica possa esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato, come anima. Il dottor Hameroff dice che gli effetti quantistici, che svolgono un ruolo in molti processi biologici come l’odore, la navigazione degli uccelli o il processo di fotosintesi, stanno cominciando a convalidare la sua teoria.
BIOFOTONI nel Cervello potrebbero sostenere l’ipotesi dell’ENTANGLEMENT QUANTISTICO
Dall’alba della civiltà, l’arte religiosa ha rappresentato il suo assortimento di divinità illuminate o santi che ad oggi vengono raffigurate con luci brillanti o luce incandescente attorno alle loro teste. Pochissimi hanno messo in discussione il significato di queste rappresentazioni o dove questa idea è nata, ma forse c’è una connessione che vale la pena esaminare tra scienza, coscienza e religione, poiché gli scienziati continuano a sondare la scoperta dei “biofotoni”. Il cervello umano trasmette informazioni utilizzando speciali cellule nervose chiamate neuroni. Queste cellule si collegano ad altri neuroni utilizzando connettori speciali chiamate sinapsi, creando così una rete appunto chiamata Rete Neurale. È da tempo noto che queste “reti neurali” utilizzano entrambi i prodotti chimici e piccoli impulsi elettrici per trasmettere, elaborare e ricevere informazioni. Ciò che è divenuto evidente per gli scienziati è tuttavia che i neuroni del cervello umano e dei cervelli di altri mammiferi, sono in grado di produrre fotoni di luce misurabile che hanno definito “bio-fotoni”. Ancora più emozionante è che gli scienziati sospettano anche che questi neuroni possano effettivamente utilizzare questa luce per comunicare, ma resta ancora la questione di ciò che i bio-fotoni comunicano e perché. Una rete misteriosa, organica e ottica all’interno di tutti noi.
Ora il fotone è una particella molto interessante. Un semplice fascio di energia elettromagnetica, sebbene sia in grado di essere creato e distrutto, ha ancora una vita infinita e secondo le leggi dell’Entanglement quantistico, un gruppo di fotoni impigliati reagirà se uno dei fotoni è influenzato, non importa dove l’altro fotone si trovi nell’universo e nello stesso istante del tempo, uno condizionerà l’altro. Forse, usando la teoria di entanglement e il fatto che i nostri corpi producono biofotoni, non esiste alcuna correlazione tra la nostra reale posizione fisica e il nostro stato di coscienza, ma i nostri cervelli possono utilizzare questi biofotoni per comunicare contemporaneamente tra questi stati interamente diversi del tempo e dell’essere. Facendo questo passo avanti, esiste una implicazione che più i bio-fotoni (luce) produciamo, più risvegliamo la nostra comprensione del nostro stesso spirito fisico e cosciente, che sia separato e inseparabile. Comunque è un dato di fatto, il cervello genera Energia Quantica.