Nell’area del Vicino Oriente, dal III al I millennio a.C., si succedettero varie forme di potere: città-stato, come Uruk, e imperi (accadico, babilonese, hittita, assiro) che assoggettarono popoli e città, unificando intere regioni.
Sumeri e Accadi
La Mesopotamia o terra dei fiumi, così chiamata perché percorsa dal Tigri e dall’Eufrate, controllava le sue acque tramite sistemi di regimentazione e canalizzazione per evitare rischi di inondazione. La regione era abitata da varie popolazioni e vide scontrarsi i sedentari delle città e i seminomadi provenienti dai suoi confini. Qui si unirono le civiltà di diversi popoli, tra cui i Sumeri e gli Accadi: i primi parlavano una lingua sconosciuta, mentre i secondi parlavano una lingua semitica ed erano pastori seminomadi. Incerta è la provenienza dei Sumeri, ma ad essi si deve l’invenzione della scrittura cuneiforme, dotata di 600 segni e realizzata su tavolette incise con uno stilo di giunco.
Le città sumere erano organizzate in città-stato, stati indipendenti ed economicamente autosufficienti; la religione e il governo erano legati fra loro e ogni città aveva la propria divinità con il tempio, la cui amministrazione era affidata al re-sacerdote che aveva sia autorità religiosa che autorità politica. Il tempio era il luogo di raccolta dei prodotti agricoli e delle riserve alimentari che andavano distribuiti alla popolazione, infatti la proprietà privata non esisteva per i Sumeri. Le città si scontravano frequentemente, la forza in battaglia dei Sumeri era facilitata dall’uso del carro da guerra, un modello di carro in grado di trasportare il guerriero e l’auriga. L’unico svantaggio risiedeva nel fatto che le ruote erano piccole e pesanti perciò le manovre rapide non erano facili da compiere; il miglioramento avvenne con l’introduzione delle ruote a raggi e la sostituzione dell’auriga con i cavalli.
Sargon I, re di Akkad, fece il tentativo di unificare tutto il territorio mesopotamico sottomettendo le città sumere e fondando il primo impero della storia. La lingua ufficiale divenne l’accadico, la manutenzione dei canali gestita grazie alla centralizzazione delle acque e l’importanza della figura aumentò a tal punto che egli non poteva più considerarsi un prediletto degli dei, bensì un dio lui stesso.
Sumeri e Accadi erano politeisti cioè credevano in più divinità viste come esseri superiori, ma non immortali. Al di sopra di tutti esisteva una triade fondamentale costituita dal più importante An (definito splendente, luminoso) che regnava nel cielo, Enlil che regnava sulla terra e Enk il dio delle acque e dei morti. Tuttavia esistevano anche divinità malvagie dalle quali gli uomini cercavano di proteggersi invocando l’aiuto delle divinità del bene. Il tempio ziggurat (o ziqqurat) aveva la forma di una piramide in mattoni, era costruita a gradoni ai quali si accedeva tramite scalinate molto ripide.
I Babilonesi
Verso il 2000 a.C. gli Amorrei, una tribù nomade, fondarono una nuova città chiamata Babilonia (letteralmente “Porta di dio”) che sorgeva sulle rive del fiume Eufrate ed era protetta da un sistema di fortificazioni. La divinità venerata era Marduk, un giovane dio guerriero creatore dell’universo; il suo culto finì per predominare e con il passare del tempo si creò un nuovo impero che fece perdere l’autonomia alle città mesopotamiche.
Il re più famoso fu Hammurabi, sotto il suo dominio la società babilonese era divisa in tre classi: i proprietari terrieri e i funzionari erano uomini liberi, gli artigiani e gli impiegati di palazzo erano semiliberi e infine gli schiavi che non erano liberi ed erano obbligati a svolgere i lavori più pesanti. Hammurabi fu un abile amministratore, a lui è concesso il merito delle prime leggi scritte ovvero un codice costituito da 282 leggi incise su una stele chiamate appunto codice di Hammurabi.
I babilonesi fecero progressi in matematica e geometria in seguito alle esigenze di una tecnologia avanzata per il controllo delle acque. Nonostante queste necessità, fu proprio l’astronomia la scienza più sviluppata: infatti, i babilonesi furono in grado di creare un calendario in base alle fasi lunari; essi osservavano la luna che poteva essere calante o crescente. In un anno vi erano 12 mesi di circa 30 giorni, il mese lunare era diviso in 4 settimane, ogni settimana aveva 6 giorni di lavoro e un giorno “infausto”, inadatto a qualsiasi attività e il giorno aveva 24 ore.
Gli Hittiti
Tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C. giunsero in Anatolia gli Hittiti una popolazione indoeuropea proveniente dall’Europa centro-meridionale. L’impero hittita si diffuse nel XVII secolo a.C. nell’Anatolia centrale con capitale Hattushash e divenne una delle principali potenze del Vicino Oriente. Le terre erano governate da re e da regni vassalli, obbligati a pagare un tributo; il re svolgeva varie funzioni: amministratore delle terre, sommo sacerdote, giudice e capo dell’esercito. L’assemblea a cui partecipava tutta la nobiltà prendeva le decisioni più importanti, mentre l’amministrazione era gestita da funzionari specializzati in singoli compiti. L’esercito invece era composto da truppe dotate di carri da combattimento con ruote a raggi; a bordo gli arcieri piombavano sui nemici travolgendoli con i cavalli. La guerra più difficile si svolse con l’Egitto per la conquista della Siria che venne conquistata dagli Hittiti nel 1350 a.C. Tuttavia una minaccia più pericolosa incombeva sull’impero hittita: l’invasione dei “popoli del mare” ai quali gli hittiti non furono in grado di resistere rimanendo alla fine solo un insieme di piccoli principati stanziati nell’Anatolia meridionale e nella Siria del Nord.
Per quanto riguarda la religione, gli hittiti veneravano principalmente il dio del cielo e delle tempeste che aveva al suo fianco la dea del sole e tante altre divinità minori. Gli hittiti infatti erano chiamati “il popolo dei mille dei” proprio a causa di questo accentuato politeismo.
Gli Assiri
Gli Assiri erano un popolo di agricoltori e di pastori che abitava in una zona montuosa della Mesopotamia. Il loro territorio era collegato in un’area strategica che li obbligava a difendersi dagli attacchi di altri popoli e per questa ragione svilupparono una straordinaria forza militare; successivamente superati i pericoli, si dedicarono ad una politica espansionistica con l’obiettivo di riunificare tutta l’area del vicino Oriente. Per avere un esercito imbattibile si arrivò ad una militarizzazione esasperata che portò non poche conseguenze negative: vi era infatti la necessità di procurarsi dei lavoratori per rimpiazzare coloro che erano impegnati nelle armi e fu così che nacquero le deportazioni di massa tra i popoli vinti per farli lavorare nei campi e nella costruzione di opere pubbliche. L’odio che si generava verso gli Assiri portò a metodi repressivi delle rivolte che rese fragile il loro dominio fondato esclusivamente sulla forza militare e sul terrore.
Dopo aver trasformato l’impero babilonese in un regno vassallo e dopo aver conquistato la Siria, la Fenicia e la Palestina, gli Assiri invasero l’Egitto dividendosi il territorio e nominando la capitale Assur. La struttura dell’impero non era unitaria e dopo il governo del re Assurbanipal, l’imperò crollò a causa delle ribellioni di popoli che si erano coalizzati tra di loro tra cui i babilonesi. Grazie a Nabucodonosor, i Babilonesi governarono la Mesopotamia per un secolo e fu così che nacque il secondo impero babilonese in grado di piegare l’Egitto e sottomettere gli Ebrei per poter conquistare Gerusalemme.
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