Storia del Ghost Hunting Parte 1- Introduzione
Oggi il termine Ghost Hunter è diventato di “patrimonio mondiale” con la nascita di programmi televisivi, talk show, prove più o meno credibili e un’infinità di video e riprese. Innumerevoli al mondo i gruppi e le associazioni che svolgono indagini su paranormale come altrettanti sono i gruppi di “Cacciatori di Fantasmi” che si sono venuti a creare.
ma siamo sicuri di aver compreso l’esatta natura di questa attività?
Quello che segue è più un compendio sul Ghost Hunting che un articolo, un resoconto storico su ciò che è stato ed è oggi, con affermazioni e informazioni che non provengono da me, ma da una serie di dati raccolti sui vari testi dedicati al paranormale. Purtroppo il ghost hunting non brilla di genuinità, come si potrà leggere in questo resoconto, ma più che essere un trattato polemico, vorrei fosse preso seriamente con onestà intellettuale, soprattutto dagli stessi investigatori. Leggo molto spesso un’amarezza nella situazione di stallo che si è venuta a creare in questo tipo di ricerca e la spiegazione credo stia proprio nella storia stessa del ghost hunting. Questo resoconto però, è scritto per il pubblico in genere, non esclusivamente per gli addetti ai lavori, quindi, per quanto già siano a conoscenza di alcuni aspetti, mi pare sensato iniziare dalle basi.
Come viene visto oggi il Ghost Hunting
Oggi si sente parlare molto di ghost hunting e investigazione sul paranormale. In verità non sono la stessa cosa, ma i membri di questi team operano con la stessa strumentazione e con lo stesso modus operandi.
Fra i due tipi di ricercatori dovrebbe esserci una differenza, ma in Italia soprattutto, non è presa in considerazione: i ghost hunters andrebbero a caccia di prove in luoghi, dove non necessariamente ci sono state testimonianze di apparizioni o fenomeni, mentre gli investigatori del paranormale non andrebbero in cerca di fantasmi, ma di fenomeni insoliti, solo laddove sono state segnalate anomalie.
Nella realtà di oggi, non avvengono né la prima né la seconda cosa: i ghost hunters operano come gli investigatori del paranormale e questi ultimi nonostante affermino di non cercare i fantasmi, spesso nei video delle loro indagini chiedono se l’entità sa di essere morta o chiedono all’entità se sia morta in quel luogo, quindi si rivolgono al presunto spirito di un defunto, ergo un fantasma. Senza entrare in polemiche sterili, perché ciò che riporto è solamente cronaca storica, vorrei ricordare che l’investigazione del paranormale, per etimologia e storia, è sempre stata legata alla ricerca nella metapsichica e nei fenomeni psichici, piuttosto che andare in cerca di prove per castelli e antiche dimore.
Evidentemente l’influenza delle nuemrose serie tv prodotte in questi anni, ha influenzato parecchio molti sostenitori, tanto da non cercare nella storia del ghost hunting stesso, ma credendo a tutto ciò che venisse dichiarato in televisione dai vari team, come ad esempio l’uso del KII-Meter che non tutti utilizzano nel modo esatto. Ma non siamo qui per parlare di questo.
Molto spesso i gruppi di ricerca televisi ( non sempre e questo deve essere chiaro, ma non entrerò qui in merito a chi sia o no davvero un investigatore del paranormale ) altro non sono che format televisivi d’intrattenimento: alcuni più incentrato sulla dinamica dell’indagine, altri invece spinti più “sull’effetto wow”. Ma ovviamente non tutti i Ghost Hunters o investigatori del Paranormale sono in tv ( per fortuna ) e molti operano in maniera saggia, rispettosa delle procedure e senza inganni televisivi. I veri ricercatori operano per lo più per le persone che richiedono il loro aiuto o per ricercare appunto, anomalie realmente esistenti.
Dato che fondamentalmente, per storicità, l’investigazione sul paranormale è sempre stata dedicata alla parapsicologia, in questo resoconto tratterò solamente il ghost hunting, poiché è alla base di entrambe le categorie.
Cos’è il Ghost Hunting
La caccia ai fantasmi, in senso di ricerca di prove sull’esistenza sulle attività paranormali e non il cacciare i fantasmi di qua e di là, è un’investigazione in luoghi che sono stati indicati come infestati dagli spiriti.
Solitamente è composta di un team di persone e utilizzano una varietà di dispositivi elettronici, fra i quali misuratori di campi elettromagnetici, videocamere full spectrum (quindi infrarosso e ultravioletto), termometri digitali, termo camere e registratori audio.
Nonostante la nuova ondata di ricerca ispirata ai format televisivi, la ricerca dei fantasmi non è per niente un avvenimento moderno e isolato.
La genesi della caccia ai fantasmi è molto profonda e radicata nel nostro passato.
La Bibbia è forse uno dei più antichi testi in cui si citano i fantasmi. Qualche traccia più precisa però l’abbiamo nel Nuovo Testamento, in cui la comprensione dell’enigma dell’oscurità e della luce, porta Gesù stesso a insegnare che l’oscurità equivaleva a “non capire”. Si deduce quindi che non possiamo conoscere, o meglio appunto, capire, la verità di chi siamo… sia nel caso fossimo tutti connessi a un’unica energia universale, sia come esseri speciali, o “animici”. Gesù diceva di “far risplendere la nostra luce” in questo mondo. E’ sicuramente una metafora, ma quindi questo implicherebbe che abbiamo luce dentro di noi? La nostra anima può essere vista dagli altri?
Da qui inizia un percorso filosofico che si tramanda nel tempo e che ha visto i fantasmi “apparire” in numerosissimi racconti del passato, dalla mitologia greco-romana sino a oggi.
Gli albori dello Spiritismo
Rispetto al passato, oggi concettualizziamo il ghost hunting come un’attività “immersiva” che si basa su strumenti tecnologici utilizzati nelle escursioni notturne allo scopo di scoprire la “verità” con prove che potrebbero far ricredere gli scettici. Questo desiderio di scoprire se oltre la morte ci sia una nuova esistenza, ha sempre incuriosito l’essere umano. La morte è l’ultima frontiera che dà innumerevoli interpretazioni a un luogo dove tutti andiamo, ma di cui non abbiamo per certo la sicurezza del “dove” o del “cosa” sia.
Mi sono chiesta spesso, sin da quando provai a cimentarmi nel ruolo di ghost hunter: a che livello siamo della ricerca? Cosa abbiamo lasciato alle nostre spalle? Quali storie, miti e superstizioni hanno preso nuova vita? E soprattutto, per la gioia delle sedute spiritiche, a che punto è la ricerca scientifica su questo grande mistero? Questo mi dà lo stimolo per cercare ogni giorno tracce nei testi del passato, piuttosto che cercare il passato nei luoghi ancora presenti.
Quando si parla di ghost hunting, non possiamo dimenticare che sia strettamente legato allo spiritismo moderno e ai suoi derivati. Il primo periodo storico dal quale bisogna partire è senz’altro l’Era Georgiana, quando l’Inghilterra fu regnata da Giorgio I a Giorgio IV, quindi fra il 1714 e il 1830. In quel periodo nella Gran Bretagna e anche negli altri luoghi sotto l’impero britannico, ci fu un’enorme rivoluzione sociale, fatta di riforme e di cambiamenti. Il Cristianesimo ebbe una nuova rinascita con la Chiesa anglicana. Insomma, c’erano già le basi per la nascita dell’Era Vittoriana, periodo caldo per le fondamenta dello spiritismo moderno.
Prima ancora che si parlasse delle sorelle Fox e di Kardec, uno dei primi fenomeni fu il caso del poltergeist della Strega di Bell ad Adams, Tennessee, fra il 1817 e il 1828. Eravamo proprio in piena epoca georgiana. La storia della Strega di Bell però è una leggenda, uno dei tanti racconti che si sono tramandati nel tempo, il cui fondo di verità risale a due libri.
Il primo è “History of Tennessee” dei fratelli Goodspeed pubblicato nel 1886, circa sessant’anni dopo il periodo in cui sarebbe avvenuto l’episodio della leggenda. Il secondo libro è “An Authenticated History of the Bell Witch” di Martin Van Buren Ingram pubblicato nel 1894, ben settantacinque anni dopo il caso Bell. Nel primo libro vi è un intero paragrafo che tratta gli eventi della contea di Robertson. A parte queste due fonti, non c’è traccia alcuna prima del 1886, il che è molto strano, data la grande nomea di questa donna-strega ritenuta infame durante la sua esistenza. Probabilmente avrebbero potuto esserci articoli di giornale degli anni ’20 dell’Ottocento, ma non ve n’è alcuna traccia. In concomitanza con l’anno della Strega di Bell, uno scienziato di cui non c’è traccia del suo vero nome, pare indagò sui presunti fantasmi nella Torre di Londra.
Ho letto un libro di James Houran, “Hauntings and Poltergeists: Multidisciplinary Perspectives” (Infestazioni e Poltergeist: Prospettive multidisciplinari) in cui l’autore ritiene che il nostro moderno approccio alla caccia ai fantasmi sia iniziato con il matrimonio fra la scienza e la religione. Nasce da questo connubio il voler usare strumenti di rilevazione di base scientifica per la ricerca della spiritualità. Houran afferma che mentre i filosofi dell’Illuminismo pensassero che la ragione e la scienza avrebbero prevalso sulla superstizione e sulla religione, le credenze mistiche avrebbero creato un legame con l’indagine scientifica. Perciò, la nascita della scienza moderna è andata a coincidere con l’ibridazione di due correnti di pensiero prevalenti. Dopotutto perché sostituire un paradigma con un altro? In sostanza i fantasmi e la scienza non si escludono a vicenda. Ho voluto trattare la storia dello spiritismo moderno perché è base da cui partire per comprendere la credenza dei fantasmi ancora oggi.
Houran indica, infatti, che il mesmerismo (o magnetismo animale) del tardo XVIII secolo, sia un primo esempio di questo mix di concetti.
Ed ecco arrivare la figura di Franz Mesmer (1734-1815), un medico e autoproclamato membro dell’Illuminismo. I suoi seguaci associavano spesso il suo lavoro alla chiaroveggenza.
Il suo lavoro è iniziato nel campo della medicina ed è finito nel regno del misticismo. Il culto dell’elettromagnetismo fra il 1820 e il 1830, in cui l’elettricità era riverita come principio universale divino, creò questa fusione fra religione e scienza influenzando gran parte del misticismo del XIX secolo.
In seguito, lo spiritismo che emergeva nel 1850 sulla scia di attività di presunti poltergeist, rappresentò il passo successivo verso l’evoluzione della ricerca sul sovrannaturale. Gli spiritualisti del tempo credevano che l’anima potesse essere empiricamente quantificata attraverso la scienza. Allora come oggi, le persone erano curiose e ricercavano con mezzi scientifici a portata di mano, ovviamente con le tecnologie e i metodi del tempo, possibili prove vivendo particolari esperienze.
(Con il contributo in alcune parti di testo di Stefano Urso di Archaeus)
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