Erbe e Piante Magiche : Acoro Aromatico ( Calamo Aromatico )
ACORO AROMATICO (Acarus calamus) [velenoso]
Nome popolare: Calamo aromatico
Genere: femminile
Pianeta: Luna
Elemento: Acqua
Poteri: Fortuna, curativi, denaro, protezione.
USI MAGICI E RITUALI : I semi infilati come perle hanno effetto curativi; le radici polverizzate sono adoperate per sacchetti e incensi curativi. Piccoli pezzi di radici negli angoli della cucina proteggono dalla fame e dalla povertà. Coltivato, porta buona sorte al suo giardiniere. È usato per rafforzare e fissare gli incantesimi. (Enciclopedia delle erbe magiche Scott Cunningham)
Questa pianta acquatica viene ritenuta generalmente un allucinogeno minore; le sue grosse radici rizomatose sono utilizzate per gli effetti psicoattivi da alcune popolazioni indigene situate in contesti geografici e culturali distanti fraloro.Viene più diffusamente coltivata e impiegata come pianta medicinale.
Gli Indiani Cree dell’Alberta, in Canada, masticano un pezzo di radice lungo 1-2pollici (2,5-5cm) per sopravvenire la fatica, mentre un pezzo lungo lO pollici (25cm) viene utilizzato per produrre allucinosi (ma potrebbe trattarsi della specie nativa A. americanus). La tribù IAI della Nuova Guinea consuma il rizoma, in certe cerimonie, durante le quali i partecipanti si sentono in grado di contattare gli spiriti.
Si incontra una curiosa similitudine anche nel rapporto promosso dall’uomo fra queste pianta e i cani:
gli Indiani Sioux del Nord America sputano pezzi del rizoma masticati nella bocca dei cuccioli per renderli feroci cani da guardia, mentre i cacciatori Raiapo Enga della Nuova Guinea sputano pezzi del rizoma masticati nel naso dei loro cani per rinforzarne l’abilità nella caccia (DeSmet,1985).
Numerose tribù dell’America settentrionale associano mitologicamente l’acoro con il topo muschiato, un roditore che è un vorace consumatore della radice di questa pianta, e quest’associazione si rispecchia nel nome dato da queste popolazioni all’acoro:”radice del topo muschiato (Morgan, 1980).
L’antropologo R. Kaplan ha riportato l’impiego di una pozione purgativa contenente radici di acoro,somministrata prima dell’assunzione dell’agarico muscario (A.muscaria) presso una sciamana Ojibwa (Ott,1993:362).
L’acoro è stato trattato come pianta magica in diversi contesti culturali, e un più attento studio potrebbe rivelare, in quanto pianta psicoattiva, una sua più profonda influenza nelle mitologie e nelle simbologie delle antiche culture eurasiatiche. Riferimenti all’acoro sono presenti in alcuni passi dell’AnticoTestamento. Con il nome ebraico di qaného di qenéhbsém “cannaodorosa”,da non confondere con il “giunco odoroso”, in questi passi l’acoro rientra nella composizione di aromi e di oli dal particolare valore cerimoniale e sacramentale.
Nelle prescrizioni che Javeh detta a Mosé sulla costruzione del santuario a lui dedicato e sulle relative cerimoni e da eseguire, viene pronunciata una precisa formula per la preparazione di un “olio dell’unzione”, composto di mirra, cassia, canna odorifera (acoro) e cinnamomo ,tutti ingredienti ritenuti provenienti dalle lontane terre asiatiche. Con questo olio Mosé dovrà ungere le diverse parti del santuario e dei suoi accessori, e quindi gli stessi sacerdoti dediti al culto:«Consacrerai queste cose, le quali diventeranno santissime:quanto le toccherà sarà santo. Ungerai anche Aronne e i suoi figlie li consacrerai perché esercitino il mio sacerdozio. Agli Israeliti dirai: Questo sarà per voi l’olio dell’unzione sacra per le vostre generazioni»(Esodo30,29-31).
L’unzione con questo olio, allo stesso modo che peraltri unguenti sacramentali delle antiche culture medio-orientalie della Mezza Luna, era una pratica riservata esclusivamente alla casta sacerdotale.
L’uso profano e la sua fabbricazione illecita erano punite severamente. Questa sua sacralità potrebbe essere attribuibile non unicamente alla preziosità delle spezie vegetali di cui è composto,in quanto merce rara proveniente da terre lontane; è possibile che le proprietà farmacologiche di alcuni suoi ingredienti abbiano inciso sulla venerazione tributatagli.
In altri passi dell’AnticoTestamento l’acoro viene citato fra la merce portata da arabi dello Yemen sui mercati di Tiro (Ezechiele,27,19), o come ingrediente per pregiati aromi (Isaia,43,24;Geremia,6,20;CanticodeiCantici,4,14).
L’acoro rientrava come ingrediente in diversi profumi Egiziani, fra i quali il kyphi, profumo utilizzato unicamente in contesti cerimoniale-religiosi.
Secondo Vigouroux (1912, alla voce roseau aromatique) il calamo aromatico non cresceva in Egitto,ma vi fu importato dai mercanti fenici che lo ricevevano dall’Asia orientale.
E’ per questo che era riconosciuto dagli egiziani con il nome di “canna della Fenicia”.
PLINIO (Hist.Nat.,XIl:104-6;XXIV:85-6) riporta l’impiego di questa pianta nella preparazione di oli e profumi pregiati, e anche come ricercato aroma e additivo dei vini greci e latini. Ne parlano diffusamente anche TEOFRASTO(Hist.Pl,IV,8,4,) eDIOSCORIDE(Mat.med,1,17-18).
Quest’ultimo autore afferma che il termine acorus viene dal greco akoro, il quale a sua volta proviene dalla parola kore, la pupilla dell’occhio, in quanto si riteneva che la pianta fosse utile per guarire le malattie oculari.
CELSO chiamò la pianta acorus alexandrinus, indicandone in tal modo l’importazione per via mare e la confezione in Egitto (Miller,1974:93).
L’acoro è stato considerato da alcuni studiosi come un ingrediente degli unguenti per”volare” delle streghe del Medioevo, se l’acorum vulgare riportato in una ricetta del DALLA PORTA (1558) è identificabile con questa pianta (Cf.in particolare Clark, 1978),ma ciò parrebbe in contrasto con la data generalmente accettata di introduzione di questa specie in Italia.
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