I LUOGHI DELLA STREGONERIA Parte 1 – Da “I segreti della stregoneria” di Jean De Blanchefort
L’ambiente ideale per la strega è, naturalmente, quello del bosco e della natura lussureggiante essendo la stregoneria una religione e un culto agreste legato inscindibilmente alle manifestazioni della Grande Madre. Così, ai primordi della storia, in quasi tutte le grandi civiltà d’Europa vi erano numerosi boschi sacri. Ad esempio il bosco sacro di Nemi, chiamato Nemus Dianae, o più semplicemente Nemus. Il termine latino Nemus, come l’omonimo greco nemos, sottintende una foresta nella quale sono compresi dei pascoli e delle radure, vale a dire un bosco sacro. Dalla stessa radice nem deriva il nome di Nemesi, la Dèa della distribuzione e della divisione tra quel che spetta agli Dèi e quello che è invece degli uomini. Ma Nemesi è anche, con il nome di Adrastea, la trasfigurazione di una divinità degli alberi, ninfa del frassino enutrice del sommo Zeus. Ecco quindi che nemus significa luogo protetto dove avvenivano divisioni di beni, riunioni collettive tra uomini e sacerdoti che rappresentavano gli Dèi. Furono certamente questi boschi sacri i più antichi santuari, i primi veri templi, e non già quelli successivi costruiti dall’uomo.
Per i Celti il bosco sacro era il Nemetom, termine che deriva senza alcun dubbio dalla radice nemus a dimostrazione che il culto degli alberi e dei boschi sacri era davvero diffuso capillarmente in tutta l’Europa. Più genericamente il nemeton era il tempio druidico in mezzo alla foresta, e lì i sacerdoti, i druidi, celebravano le loro cerimonie.
I primi distruttori delle foreste sacre non furono gli zelanti missionari cristiani, ma i romani, che pure avevano dei luoghi agresti dove celebrare i loro rituali. Certamente, con l’avvento del cristianesimo le antiche foreste sacre vengono “esorcizzate” costruendovi attorno monasteri e disboscandole in parte nel tentativo di distruggere le antiche credenze legate al culto degli alberi. V’è da dire che fu una lotta cruenta poichè nel primo Medioevo le foreste sacre erano numerosissime e assai estese, non solo in tutta la Gallia, ma anche in Germania, in Polonia e in Russia. I Capitolari del 789 denunciano “gli insensati che accendono candele e praticano superstizioni di ogni sorta accanto ad alberi, a pietre e a fonti sorgive”, ma fu tutto inutile, il popolino continuava a recarsi in questi luoghi e a fare offerte agli spiriti arborei. Vista l’inefficacia delle proibizioni e degli editti ecclesastici che condannavano tali costumanze la chiesa pensò bene di appropriarsi di quei luoghi cristianizzandoli. Così, antichi alberi sacri, invece di essere abbattuti, venivano consacrati alla Madonna e ai santi, magari costruendovi piccoli santuari o nicchie votive e, nel medesimo tempo, le divinità della natura diventavano demoni o spiriti maligni. I vecchi riti vennero dismessi, il ricordo degli antichi Dèi della natura perdurò a lungo nelle coscienze degli uomini, poi piano piano si dissolse e i potenti Signori del Pantheon pagano decaddero al ruolo di semplici folletti e spiritelli maliziosi destinati ad entrare nella leggenda e nel folklore popolare, semplicemente si ritirarono da un universo umano profanato e violato.
Poi venne l’Inquisizione con i suoi roghi e sulle sacre foreste scese il silenzio e l’oscurità.
I Luoghi della strega
Il bosco come tempio naturale
La strega non ha paura del buio della notte e del silenzio degli antichi boschi, e neppure freme al pensiero di dover sostare nella quiete dei piccoli cimiteri di campagna sotto l’ala protettrice della luna. Quindi, la prima cosa che dovete fare se volete davvero coltivare l’arte della stregoneria è quello di vincere ogni atavico timore nei confronti della natura e delle sue manifestazioni più eclatanti. Siate parte della natura e, come tali, non dovete assolutamente lasciarvi intimorire dalla Grande Madre, anche quando essa si ammanta del suo volto più oscuro. Non è un bosco, per quanto fitto e impenetrabile sia, che deve farvi paura. Non è il rumore dei vostri passi tra la ghiaia dei vialetti del cimitero che deve incutervi terrore. Non sono le vertiginose altezze delle grandi montagne che debbono farvi tremare. Sono ben altri i pericoli veri che debbono preoccuparvi veramente. Sono le vie insicure e maleodoranti delle grandi metropoli con i mille mostri metropolitani in agguato dietro ad ogni angolo di strada, sono le caotiche autostrade sulle quali corrono milioni di scatole di latta puzzolenti in un frenetico via vai impazzito. Sono le tante ciminiere che rovesciano fumi neri e malefici nel cielo ingrigito, è il rumore delle armi automatiche e delle bombe che possiamo udire distintamente da ogni apparecchio radio o tv al momento del telegiornale… No, la strega non ha paura del buio della notte. Lei percorre sicura i viottoli e le mulattiere che strisciano lungo i fianchi dei monti o nel cuore dei campi coltivati, si ferma ad annusare l’aria frizzante della notte come fanno gli animali e saluta le stelle del firmamento che la guidano nell’oscurità. Tutto questo non è semplice da ottenere, specialmente per chi abita in una grande città o per chi non è più abituato al salutare contatto con la natura. Tuttavia è imperativo vincere questa paura innaturale che certuni di noi hanno nei confronti dei luoghi selvaggi o poco frequentati. In certi casi, è opportuno prendere confidenza con un bosco in pieno giorno, percorrendone i sentieri e fermandosi ogni tanto in una radura ad osservare la natura e a meditare, cercando di immedesimarsi con essa e immaginando di trovarci colà nel bel mezzo della notte. Conosco più di una persona che non si azzarderebbe ad entrare in una foresta quando il sole è alto nel cielo, figuriamoci dopo il tramonto quando le ombre si fanno più cupe e i colori indistinti.
Tuttavia è necessario che costoro vincano quella atavica paura che, lo ripeto, è innaturale, soprattutto ai giorni nostri e alle nostre latitudini dove non vi sono neppure timidi lupi o animali che un tempo potevano costituire qualche motivo serio di prudenza. Certamente, qualche brutto incontro può capitare anche ai giorni nostri. Maniaci sempre pronti a saltare addosso ad avvenenti fanciulle si possono incontrare anche nel più sperduto angolo di campagna, ma lo stesso rischio lo potete correre infilandovi su una vettura della metropolitana dopo le dieci di sera. La prima cosa da fare, dunque, è quella di prendere confidenza con l’ambiente del bosco e con i grandi spazi aperti perchè è proprio da questi luoghi che possono arrivare certe esperienze metafisiche, ed è in questi posti che possono essere localizzatele energie occulte del mondo naturale così da riuscire, dopo averle identificate, ad accumularle e ad orientarle verso luoghi eobiettivi ben precisi.
Da “I segreti della stregoneria” di Jean De Blanchefort
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